
Il presidente americano ha definitivamente scelto di tagliare le sovvenzioni all’università di Harvard, schierandosi contro Gaza e coi sionisti. L’ateneo è stato più volte accusato di essere pro Gaza e di antisemitismo da parte del tycoon, ma anche di adottare politiche discriminatorie sull’ammissione degli studenti basate sulla razza e di aver trascurato l’eccellenza accademica. L’università ha definito le richieste del governo “un controllo senza precedenti e improprio”. La decisione è stata comunicata in una lettera ad Alan M. Garber, rettore di Harvard, da Linda McMahon, segretario all’Istruzione, che ha criticato l’università per “una gestione disastrosa“.
Usa, Trump taglia sovvenzioni ad Harvard per 2,2 mld $, si schiera con i sionisti e contro Gaza
Stop ai finanziamenti per Harvard e a 2,2 miliardi di dollari all’università, accusata di non aver protetto gli studenti ebrei durante le manifestazioni pro-Palestina dell’anno scorso. Lo scontro tra l’ateneo e Trump si consuma da settimane, e dopo le minacce, il presidente americano è passato ai fatti. Recentemente, quest’ultimo aveva aumentato la stretta con la la revoca delle esenzioni fiscali e lo stop all’ammissione di studenti stranieri, se l’ateneo non si fosse piegato alle sue richieste. Le richieste del tyccon sono state definite “senza precedenti e improprie“.
Harvard aveva fatto causa per la violazione del Primo Emendamento dopo il congelamento fondi. Anche altri 150 college hanno firmato una lettera denunciando “un’ingerenza politica e uno strapotere governativo senza precedenti“.
Prima che la decisione diventasse ufficiale, Garber aveva detto che sarebbe stato “altamente illegale” se la Casa Bianca avesse deciso di tagliare effettivamente le sovvenzioni ad Harvard. “Il messaggio che manderebbe al mondo dell’istruzione sarebbe terribile. Suggerirebbe che i disaccordi politici possono essere usati come base per porre una minaccia esistenziale a molte istituzioni accademiche“, aveva detto il rettore.
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