19 Maggio 2025
L’UE: “AIA all’ex Ilva entro giugno”


Il Commissario europeo per l’ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare e competitiva Jessika Roswall, rispondendo ad un’interrogazione di cinque europarlamentari del gruppo europeo Left (gli italiani Valentina Palmisano, Mario Furore, Dario Tamburrano, Carolina Morace, Gaetano Pedullà tutti eletti nel Movimento 5 Stelle), ha fornito e chiarito agli stessi alcune delle ultime vicende legate al siderurgico tarantino.

Innanzitutto, viene ulterioremente chiarito ai cinque europarlamentari che “secondo le informazioni disponibili, i 400 milioni di euro in questione non fanno parte del prestito ponte ma degli 1,1 miliardi di euro sequestrati dagli ex proprietari dell’Ilva per porre rimedio all’impatto ambientale dello stabilimento. Nella decisione (UE) 2018/1498 la Commissione ha concluso che tale importo non costituiva aiuto di Stato. Dal momento che tali fondi non si configurano come aiuto di Stato, la loro destinazione non è stata un elemento preso in considerazione dalla Commissione nella sua valutazione e, pertanto, fatta salva l’applicazione del diritto italiano, un cambiamento di detta destinazione non costituisce una violazione della decisione”.

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Dopo di che, il commissario europeo aggiorna gli europarlamentari in realzione all’attuale procedura di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, affermando che “una nuova autorizzazione in linea con la direttiva sulle emissioni industriali (IED) dovrebbe essere rilasciata ad Acciaierie d’Italia entro giugno 2025. La Commissione riceve aggiornamenti sui progressi compiuti per rendere lo stabilimento conforme alla direttiva ed è in contatto con le autorità italiane per affrontare le questioni sollevate nella procedura di infrazione”.

In ultimo, il gruppo di europarlamentati viene rassicurato sull’utilizzo dei 40 milioni di euro assegnati alla Regione Puglia per il progetto “Hydrogen Valley”, all’interno del Just Transition Fund per la provincia di Taranto e del miliardo di euro previsto dai Fondi Coesione come finanziamento per il progetto Dri d’Italia.

Con la legge 29 aprile 2024, n. 56 il governo Meloni ha assegnato un miliardo di euro, a valere sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, a DRI D’Italia S.p.A. con l’obiettivo di realizzare un impianto di produzione di preridotto (direct reduced iron), il bene intermedio utilizzato nei forni siderurgici elettrici per consentire la riduzione delle emissioni climalteranti, in particolare quelle di CO2.

“Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) può sostenere solo le piccole e medie imprese (PMI) o gli investimenti legati alla produzione, alla trasformazione, al trasporto, alla distribuzione, allo stoccaggio o alla combustione di combustibili fossili, con alcune eccezioni. Il regolamento (UE) 2021/1056 esclude il sostegno a tali attività nell’ambito del Fondo per una transizione giusta (JTF). Ulteriori eccezioni per il sostegno a tali investimenti sono introdotte nella proposta di regolamento che modifica il regolamento (UE) 2021/1058 e il regolamento (UE) 2021/1056” ha chiarito il commissario Roswall.

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Inoltre, “seppur consentito dal regolamento (UE) 2021/1056, il sostegno alle imprese diverse dalle PMI non rientra nel programma nazionale JTF dell’Italia. Gli investimenti riguardanti grandi imprese e relativi all’idrogeno blu non possono pertanto essere finanziati nell’ambito dei suddetti programmi, a meno che non si applichino eccezioni”.

(leggi tutti gli articoli sull’ex Ilva https://www.corriereditaranto.it/?s=ilva&submit=Go)



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