24 Maggio 2025
Dazi Ue al 50%, l’annuncio di Donald Trump: cosa rischia l’Italia


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Donald Trump ha annunciato dazi del 50% contro l’Unione Europea a partire dal 1° giugno 2025. Lo ha fatto attraverso il suo social network Truth. Immediato il crollo delle Borse europee, tutti i listini hanno subito una violenta caduta a causa delle vendite.

L’annuncio di Donald Trump sui dazi

Durissime le parole del Tycoon, che ha denigrato la controparte, come già avvenuto più volte. L’Ue, a suo dire, sarebbe responsabile del cattivo andamento dell’economia statunitense.

L’Unione Europea, costituita principalmente per approfittarsi degli Stati Uniti in tema di commercio, è sempre stata un interlocutore estremamente difficile. Le sue barriere commerciali, l’IVA, le sanzioni assurde alle imprese, gli ostacoli non monetari, le manipolazioni valutarie, le cause legali ingiuste e infondate contro aziende americane, e molto altro ancora, hanno causato un deficit commerciale con gli Usa superiore a 250 miliardi di dollari all’anno – una cifra del tutto inaccettabile.

Ha poi sottolineato che la via diplomatica non è servita a disinnescare la guerra commerciale. Per questo, dall’inizio del prossimo mese, avrebbe deciso di introdurre tariffe doganali del 50% su tutti i prodotti europei.

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Le nostre trattative non stanno portando a nulla! Per questo motivo, propongo l’introduzione di un dazio fisso del 50% su tutte le importazioni provenienti dall’Unione Europea, a partire dal 1° giugno 2025. Nessun dazio sarà applicato se il prodotto è costruito o fabbricato negli Stati Uniti. Grazie per l’attenzione!

La misura, ha spiegato, non colpirà le aziende europee operanti negli Usa.

La reazione delle Borse europee

Le Borse sono crollate, schiacciate dalle vendite improvvise. Subito dopo l’annuncio, la Borsa Italiana ha ceduto oltre il 2%, arrivando nelle ore successive quasi al 3%.

Sulla stessa linea di Piazza Affari si è mossa Parigi. Gli altri mercati hanno registrato cali di circa un punto e mezzo percentuale. Ha tenuto meglio Londra, con un -0,9%. Lo spread Btp-Bund si è alzato a 103 punti base.

La risposta di Bruxelles

Le parole dell’ex presidente rilanciano lo spettro di una guerra commerciale su scala globale e aprono a un confronto infuocato con Bruxelles. Dall’Ue, tuttavia, non sono arrivati commenti ufficiali. Per ora la Commissione Europea ha declinato richieste di dichiarazioni dai media.

Maros Sefcovic, commissario Ue al Commercio, dovrebbe sentire Jamieson Greer, capo negoziatore Usa, attorno alle 17:30. La telefonata servirà a chiarire le posizioni delle due parti per un eventuale negoziato.

Stati Uniti e Unione Europea, secondo quanto si apprende dalla stampa internazionale, comunque, si sarebbero già scambiate liste di richieste. Quella Ue prevederebbe la disponibilità ad affrontare gli squilibri commerciali e l’azzeramento dei dazi sui prodotti industriali.

Gli scambi commerciali e i rischi per l’economia globale

Nel 2024, gli Stati Uniti hanno esportato beni per 370,2 miliardi di dollari verso l’Unione Europea e ne hanno importati per 605,8 miliardi, registrando un deficit commerciale di 235,6 miliardi di dollari, in aumento rispetto all’anno precedente.

I nuovi dazi potrebbero avere effetti stagflazionistici. Trump aveva già minacciato a inizio aprile un dazio del 20%, poi sospeso, come parte del suo piano per introdurre tariffe reciproche. Il nuovo balzo al 50% è un’escalation radicale e inattesa, che potrebbe tuttavia concludersi in un nulla di fatto.

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La strategia del Tycoon sembra infatti quella di spaventare gli investitori e gli interlocutori commerciali, per poi ritrattare con tregue, come quella avviata con l’accordo con la Cina o ribassi delle tariffe. Quali potrebbero essere però i rischi per l’Italia con i dazi al 50%?

I rischi per l’Italia con la guerra commerciale

L’Italia, come terzo esportatore europeo verso gli Usa dopo la Germania e l’Irlanda, rischia ripercussioni dirette: dal settore automotive al lusso, passando per agroalimentare e meccanica. A rischio, dunque, c’è tutto il Made in Italy.

Secondo i dati più recenti dell’Istat, a marzo 2025 le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno registrato una crescita tendenziale del 41,2%, trainata principalmente dalle vendite di mezzi di navigazione marittima e prodotti farmaceutici. Tuttavia, al netto di questi comparti, l’export verso gli Stati Uniti ha mostrato una flessione del 4,1%.

I settori dell’economia italiana pià esposti ai dazi sono oggi:

  • macchinari e apparecchiature;
  • autoveicoli;
  • prodotti alimentari e bevande, in particolare vino e olio d’oliva;
  • moda e abbigliamento.

L’automotive si è rivelato tra i comparti più fragili già nella prima parte del 2025, con un netto calo delle esportazioni verso gli Usa dovuto prima alla minaccia e poi all’implementazione dei dazi – a oggi sono attivi solo i dazi al 10% verso tutti i Paesi.

L’introduzione di dazi del 50% potrebbe ridurre ulteriormente la competitività delle aziende italiane, facendo salire i prezzi dei prodotti nostrani negli Usa. Come effetto collaterale, sarà necessario investire ingenti somme di denaro alla ricerca di mercati alternativi.

La possibile diminuzione dell’export verso gli Stati Uniti potrebbe influenzare negativamente la crescita economica italiana, con il Pil che è già in rallentamento per il 2025 e il debito pubblico che continua a salire.

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Il motivo dei dazi secondo il segretario al Tesoro

Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha spiegato cosa ha portato Trump ad effettuare questa scelta nei confronti dell’Europa. Il Presidente degli Stati Uniti ritiene che le proposte fatte dall’Unione Europea “non sono buone e di qualità come quelle presentate da altri”. Insomma gli altri Paesi sono stati in grado di convincere Trump cosa che invece non è riuscita all’Ue. Sempre secondo Scott Bessent il motivo principale è che c’è un problema di azione collettiva con i singoli paesi. Nello specifico il segretario al Tesoro ritiene che i singoli Paesi non sanno su cosa si basano le negoziazioni dell’Ue.





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