
Come noto, è stata da poco approvata in via definitiva la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione aziendale, che disciplina la partecipazione gestionale, economica, finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori nelle imprese e in cui rientrano anche i “benefit” che si concordano nell’ambito della contrattazione di prossimità per i lavoratori alla voce welfare.
Inoltre, alla luce della registrazione il 5 maggio scorso alla Corte dei Conti del Decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che adotta il
Infatti, il Piano, tra le altre cose, sottolinea il ruolo della sussidiarietà e delle forme di collaborazione tra pubblico, privato e Terzo settore, riconoscendo l’importanza crescente di un welfare capace di coinvolgere diversi soggetti nella progettazione e realizzazione degli interventi.
Il secondo welfare si è sviluppato per affrontare la sempre più evidente crisi dello Stato sociale, in forte difficoltà nell’affrontare molti problemi che interessano i cittadini. Le ragioni di tale crisi sono molteplici, ma si possono individuare alcune macro-dinamiche che più di altre determinano questa situazione: mutamenti socio-demografici epocali, scarsi investimenti pubblici per affrontarli e, più recentemente, la crisi pandemica legata al Covid-19 che ha accelerato e aggravato problemi già presenti.
In sostanza, il secondo welfare è quell’insieme di interventi e risorse riconducibili a soggetti non-pubblici – cioè enti del Terzo settore, fondazioni, imprese e cittadini – che contribuiscono al benessere collettivo e al rafforzamento della coesione sociale. E si chiama secondo poiché si è sviluppato successivamente al primo welfare, strutturato dallo Stato nel corso del Novecento, e perché si aggiunge ai suoi schemi, colmando alcune sue lacune, stimolando la sua modernizzazione e avventurandosi in aree di bisogno ancora inesplorate dal pubblico dato che mobilita risorse aggiuntive di natura non pubblica, messe a disposizione da diversi attori economici e sociali.
Le risposte ai bisogni nascono per lo più da collaborazioni, relazioni sociali e partnership inedite tra attori che scelgono insieme di affrontare specifici bisogni. Il secondo welfare favorisce la nascita di nuovi servizi, prodotti e modelli per rispondere più efficacemente alle necessità delle persone e delle comunità. Gli interventi non sono calati “dall’alto”, ma prevedono frequentemente la partecipazione e responsabilizzazione dei beneficiari, anche mediante il cofinanziamento delle prestazioni.
Nei territori si alleano alcune realtà associative e producono iniziative in alcuni ambiti come inclusione sociale, conciliazione vita-lavoro, smart working, partnership multistakeolder, povertà alimentare, esclusione sociale, housing sociale, long term care, non autosufficienza, sanità integrativa, mutualismo, infanzia e giovani, welfare socioculturale e ambientale.
Per esempio, nell’ambito universitario il secondo welfare svolge attività di public engagement e policy making attraverso la sua attività di informazione e disseminazione di cultura nel contesto accademico, contribuendo alla crescita sociale e all’indirizzo culturale della società civile.
Il ritorno della guerra in Europa, la crisi energetica e l’inflazione stanno condizionando fortemente le scelte pubbliche – in un contesto politico profondamente cambiato – e segnando la vita quotidiana di persone, famiglie e imprese. Al contempo, nel corso dell’ultimo biennio, si è diffusa sempre più la percezione della crisi ambientale e dei potenziali impatti che questa ha sulle politiche sociali. Questo è accaduto in parte a causa delle dinamiche sopra citate, ma anche a fronte di una crescente consapevolezza – legata ai fenomeni estremi degli ultimi mesi e anni – che il cambiamento climatico già ora ha gravissime conseguenze sul nostro modo di vivere, di lavorare, di stare insieme.
Una situazione che impone in maniera ampia e trasversale la necessità di concepire diversamente le politiche e le misure di welfare del presente e del futuro. Nel corso degli ultimi anni, anche in ragione delle molte e complesse dinamiche accennate sopra, si è infatti affermata sempre più la consapevolezza dell’importanza di agire insieme e in un contesto di varie crisi è fondamentale l’apporto di tutti gli attori nell’ideazione e nell’implementazione di misure a sostegno del benessere delle persone e delle comunità.
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