
Il Festival del Management 2025 di Napoli ha avuto come tema conduttore il deep blue, colore che rappresenta l’ignoto e la profondità, temi legati alla crescita delle pmi.
Pochi capitali e manager
Uno dei temi ricorrenti emersi dalla due giorni (8 e 9 maggio) è quello delle piccole e medie imprese sottomanagerializzate e sottocapitalizzate, problema che unisce le società quotate e non e caratterizza anche il segmento Egm di Piazza Affari. Francesco Ciampi (docente di Management all’Università di Firenze), ha posto l’attenzione sul fatto che «alcuni fenomeni in atto come la progressiva globalizzazione dei mercati e il continuo incremento dei ritmi del cambiamento tecnologico, sociale ed economico, stanno indebolendo le imprese di piccole dimensioni. Prova ne è il fatto che nel nostro Paese le aziende con meno di dieci dipendenti producono oggi, in media, un valore aggiunto per addetto inferiore alla metà di quello fatto rilevare dalle imprese maggiormente dimensionate».
Secondo Maurizio Quarta (managing partner di Temporary Management & Capital Advisors), «gli impegni oggi richiesti alle pmi sono molti (ridisegno delle grandi filiere della manifattura, Esg e sostenibilità come fattore di vantaggio competitivo, digitalizzazione, internazionalizzazione, gestione fondi Pnrr, passaggio generazionale) a fronte di risorse manageriali e finanziarie scarse. In questa situazione, il temporary management viene sempre più apprezzato dalle imprese per apportare competenze operative di alto livello, capaci di operare anche in contesti straordinari».
La difficoltà degli imprenditori a delegare settori strategici
Non tutti gli imprenditori, però, si pongono in un’ottica positiva, temendo di delegare troppo ai manager, seppur temporanei. E, aggiunge Quarta, preferiscono coprire personalmente aree di impatto immediato sul conto economico come la catena di fornitura, la produzione e il commerciale). Fanno ancora fatica a percepire i ritorni da interventi nell’area delle Risorse Umane, mentre la finanza presenta un ostacolo, soprattutto psicologico, legato al fatto di dare accesso ai propri conti.
Aifi e Cdp: il sostegno pubblico e privato alle pmi
Quanto al tema, fondamentale, su come reperire le risorse finanziarie per poter crescere, sono intervenuti due punti di riferimento in Italia: Aifi (per i capitali privati) e Cdp (risorse pubbliche).
Secondo Alessandra Bechi (vice direttore generale Aifi, Associazione italiana private equity, venture capital e private debt), «il private capital è un mercato in costante crescita negli ultimi anni, ha raggiunto l’apice nel 2022, quando sono stati investiti nel complesso quasi 24 miliardi di euro».
In molte ricerche si dimostra come «proprio gli operatori di private capital non forniscono solo risorse finanziarie alle aziende in cui investono, ma anche contributi specifici per creare valore aziendale nel medio-lungo termine», ha aggiunto Bechi. Per fare alcuni esempi, «questo contributo si concretizza attraverso un rafforzamento della propensione all’internazionalizzazione, così pure una maggiore capacità di creare brevetti e di innovarsi».
Sul fronte pubblico, Matteo Rusciadelli (responsabile Relazioni business Centro-Sud di Cassa Depositi e Prestiti), ha ricordato che «nell’ultimo triennio, Cdp ha sostenuto 65 mila aziende nei loro investimenti in crescita sostenibile, innovazione e internazionalizzazione. Proseguiamo nelle iniziative strategiche verso le migliori imprese italiane potendo contare sul contributo della rete operativa di 27 uffici territoriali, con attenzione particolare al tessuto del Mezzogiorno». (riproduzione riservata)
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