30 Maggio 2025
Energia, costi ancora elevati per le imprese italiane nonostante il calo dei prezzi


I primi mesi del 2025 confermano una tendenza al ribasso dei prezzi dell’elettricità, ma il sistema produttivo italiano continua a scontare un divario strutturale con i principali Paesi europei. Il prezzo medio dell’elettricità in Italia, pur sceso a circa 80 euro per megawattora, resta nettamente più alto rispetto ai 66 euro della Germania, ai 63 della Francia e agli 11 della Spagna. Questo squilibrio incide in modo diretto sulla competitività delle imprese, in particolare quelle del comparto manifatturiero che rappresenta il principale consumatore di energia elettrica in Italia, con una quota pari al 45% del totale nazionale. Il peso della bolletta energetica si riflette sull’intera catena produttiva, rendendo più difficile reggere la concorrenza internazionale.

Una delle cause principali di questo differenziale sta nella struttura del mercato elettrico italiano, dove gli impianti a gas a ciclo combinato continuano ad avere un ruolo centrale nella formazione del prezzo. Questi impianti, infatti, sono spesso quelli marginali, cioè entrano in funzione per soddisfare la parte di domanda residua e quindi finiscono per determinare il prezzo di mercato. Il problema è che il gas naturale, pur in calo rispetto ai picchi del 2022, ha ancora un costo elevato, e la forte dipendenza da questa fonte rende l’Italia più esposta rispetto a Paesi che hanno una maggiore incidenza di energia da fonti rinnovabili o nucleari.

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A complicare ulteriormente lo scenario per il mondo produttivo si aggiungono le nuove tensioni commerciali internazionali. Dopo la rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, è tornato il tema dei dazi, con misure protezionistiche che potrebbero colpire anche i prodotti europei. Per molte imprese italiane già in difficoltà per l’alto costo dell’energia, l’introduzione di nuovi ostacoli commerciali rischia di peggiorare ulteriormente le condizioni di accesso ai mercati esteri.

In questo quadro, diventa fondamentale agire su più fronti. Da un lato, è necessario riequilibrare il mix energetico nazionale, riducendo la dipendenza dal gas naturale e incrementando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili stabili e programmabili, in grado di garantire una maggiore autonomia e una minore esposizione alla volatilità dei mercati internazionali. Dall’altro, servono politiche mirate per sostenere le imprese nei percorsi di transizione energetica, attraverso incentivi all’efficienza, agevolazioni fiscali per la sostituzione di impianti obsoleti, semplificazioni burocratiche e accesso agevolato al credito per l’adozione di tecnologie innovative. Solo con un approccio integrato sarà possibile ridurre in modo strutturale i costi energetici, migliorando al contempo la competitività del tessuto produttivo italiano.



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