P. Monti (edited by), Milano negli anni Cinquanta, Istituto di Fotografia Paolo Monti, Milano, 1986, p. 127
G. Chiaramonte (edited by), Paolo Monti Fotografie 1950-1980, Federico Motta Editore, Milano, 1983, pl. 72
Vivendo in una delle città costantemente fotografata, Paolo Monti ha sempre scelto di farlo evitando programmaticamente ogni retorica e ogni aspetto di quella visione rassicurante cara ai turisti. Con il suo deciso bianco e nero, si muove al di fuori dei circuiti più noti per indagare le zone più popolari, gli scorci più vicini alla realtà, i muri su cui i manifesti si strappano dilavati dall’umidità. Nella ripresa di una calle gioca fra le luci che attraversano la trasparenza dei panni stesi e la loro ombra che si allunga a terra, lascia che lo sguardo scorra sulla tormentata parete di destra per finire sullo sfondo dove una figura femminile si muove leggera. Ironica e pensosa è, invece, La domenica degli immigrati, perché quello che poteva essere un classico esercizio foto amatoriale diventa una sintesi efficace delle contraddizioni del mondo che stava sorgendo dal dopoguerra: da un lato i grandi flussi migratori interni e dall’altra i segnali di una industrializzazione che col benessere portava, come le colonne di fumo mostrano e simboleggiano, anche danni all’ambiente. In questa immagine si scorgono le influenze non solo estetiche della fotografia americana della Farm Security Administration a lui ben nota.
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