6 Giugno 2025
Comunità montanta della Valsassina, 200mila euro per le rette degli asili


Altro nodo riguarda le assistenti sociali. «Facciamo fatica a trovarle. Ci sono comuni che non l’hanno perché in organico sono poche»

Abbondanza da un lato, scarsità di risorse dall’altro per i servizi socio sanitari dell’Ambito territoriale gestiti dalla Comunità montana, a cui si aggiunge il problema delle assistenti sociali che non si trovano.

Per sostenere le rette dei servizi educativi per l’infanzia c’erano a disposizione 198.053 euro da distribuire in voucher per la misura “Asili nido” ai comuni di Ballabio, Cortenova, Crandola, Cremeno, Dorio, Introbio, Margno, Pagnona e Varenna che avevano conferito i loro fondi alla gestione associata.

Sono state liquidate 51 domande (tre non sono state accolte invece) per 38.100 euro secondo i criteri indicati dal bando, altri 60mila euro sono previsti in uscita entro luglio e resteranno in cassa circa 90mila euro, non utilizzabili in altro modo.

Stessa situazione per il voucher per il trasporto scolastico per minori ed alunni con disabilità per i residenti nei comuni di Abbadia, Barzio, Bellano, Crandola, Dervio, Introbio, Margno, Parlasco, Taceno e Varenna.

A fronte dei 72.587 euro a disposizione, le domande sono state sette con circa 61mila euro di residuo, anche in questo caso non spostabile su altri capitoli di spesa.

C’è qualcosa che non va nel delicato settore dei servizi socio sanitari e l’esempio è dato dal problema dei Lea (Livelli essenziali di assistenza).

Il ministero della Salute ha inserito in tutte le prestazioni del Servizio sanitario nazionale e dei servizi ai cittadini i Lea allo scopo di garantire condizioni di uniformità, a tutti e su tutto il territorio nazionale, come obbligo specifico per tutti coloro che erogano un servizio.

«Non per tutti i servizi però ci danno le risorse per garantire i Lea», ha detto ai sindaci riuniti in assemblea per l’approvazione dei bilanci la responsabile Manila Corti.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La “dimissione protetta”, ovvero l’insieme delle azioni che costituiscono il processo organizzato di passaggio di un paziente dall’ambiente ospedaliero o similare ad uno di cura di tipo familiare, per chi non ha risorse o un accompagnamento.

Il Ministero, tramite il Fondo politiche sociali ha finanziato 8mila euro: «Con quattro ore la settimana per un solo utente si consumano in breve tempo».

Altro nodo le assistenti sociali: «Facciamo fatica a trovarle. Ci sono comuni che non l’hanno perché in organico sono poche – l’analisi di Corti – una va in maternità, una ha chiesto di spostarsi, un’altra di ridefinire l’incarico. L’Asst di Lecco ne ha assunte trentaquattro con il suo bando. Stiamo riorganizzando le presenze sul territorio perché dall’1 luglio l’estate sarà più complicata».

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