6 Giugno 2025
professioni in declino e in crescita


Così come evidenziato dal rapporto Laureati e Lavoro 2024 di Excelsior Unioncamere, il mercato del lavoro italiano sta attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata dall’innovazione tecnologica, dai cambiamenti demografici e dalla digitalizzazione. Il rapporto segnala una riduzione della domanda di laureati (-10% rispetto al 2023), un mismatch tra competenze offerte e richieste dalle imprese, e la graduale scomparsa di alcune professioni tradizionali, mentre altre si riconfigurano o emergono.

Il Mercato del lavoro nel 2024: tendenze e sfide. Calo della domanda di Laureati

Secondo il rapporto Laureati e Lavoro 2024, nel 2024 le imprese italiane hanno programmato 691.000 assunzioni di laureati, in calo del 10% rispetto ai 768.000 del 2023, segnando un’inversione di tendenza rispetto alla crescita post-pandemica. 

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Settori tradizionali come l’istruzione privata e il commercio registrano una contrazione della domanda di laureati, che si traduce in un ridimensionamento di comparti consolidati. 

Le difficoltà di reperimento, che riguardano quasi il 50% delle ricerche di personale, evidenziano un persistente mismatch di competenze, con una crescente necessità di profili digitali e trasversali.

Una composizione simbolica che mostra da un lato professioni in declino (come un tecnico programmatore al computer spento, un insegnante con aula vuota, un farmacista che chiude la farmacia), e dall’altro professioni emergenti (un esperto legale al lavoro con documenti digitali, un data analyst davanti a schermi interattivi, un tecnico meccanico con strumenti ad alta tecnologia).

Professioni in declino e nuove opportunità

Il rapporto identifica professioni in netto declino, come:

  • Tecnici programmatori (-47,7%);
  • Insegnanti nella formazione professionale (-13,2%);
  • Docenti della scuola secondaria superiore (-13,9%);
  • Farmacisti (-17%);
  • Ingegneri civili (-19,3%).

Tale flessione è dovuta all’automazione, alla digitalizzazione e a un cambiamento delle priorità delle imprese, che privilegiano profili allineati alle nuove esigenze. 

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Al contempo, emergono professioni in crescita, tra cui:

  • Esperti legali in imprese (+31,9%);
  • Specialisti in scienze economiche (+15,4%);
  • Tecnici meccanici (+14,1%);
  • Specialisti nella gestione e controllo nelle imprese private (+13,4%).

Profili come ingegneri dell’informazione, statistici, esperti in data analysis e progettisti di sistemi informatici registrano tassi di irreperibilità superiori all’80%, il che evidenzia la carenza di competenze specializzate.

Riconfigurazione delle Professioni

Alcune professioni non scompaiono, ma si trasformano. 

Gli insegnanti, ad esempio, sono richiesti con competenze in didattica digitale, inclusione e sostenibilità. 

I tecnici amministrativi devono padroneggiare project management, digital accounting e compliance normativa

Le imprese cercano profili interdisciplinari, spingendo i lavoratori verso una formazione continua e modulare.

Un giovane laureato spaesato con in mano un diploma, circondato da cartelli di Un giovane laureato spaesato con in mano un diploma, circondato da cartelli di

Crisi delle Professioni artigianali e tecniche

Il rapporto segnala la progressiva scomparsa di mestieri artigianali e tecnici, come fabbri, elettricisti, cuochi e artigiani, dovuta alla scarsa valorizzazione di questi ruoli nel sistema scolastico. 

Marco Bentivogli, in un’intervista a Lac News 24, ha sottolineato come l’abbandono del lavoro tecnico e manuale abbia impoverito il patrimonio di competenze ed accentuato la disoccupazione giovanile nonostante la presenza di posti vacanti.

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Il Gap di competenze e il deficit di Laureati

L’Italia sconta un numero di laureati inferiore alla media europea: solo il 30,6% dei giovani tra 25 e 34 anni ha un titolo universitario, contro il 43,1% dell’UE (Eurostat 2023). 

Questo deficit, secondo Excelsior Unioncamere, rende il mercato del lavoro fragile e vulnerabile agli squilibri tra offerta e domanda. 

La transizione tecnologica e ambientale richiede competenze avanzate, ma senza investimenti in formazione terziaria il rischio è una perdita di occupabilità per molti lavoratori qualificati.

Il ruolo della Scuola

Il sistema scolastico italiano fatica a formare competenze adeguate alle esigenze del mercato

La mancanza di orientamento verso professioni tecniche e artigianali contribuisce alla carenza di figure specializzate

Il rapporto sottolinea la necessità di ripensare l’offerta formativa, promuovendo percorsi che valorizzino il lavoro manuale e tecnico, in linea con le esigenze produttive.

Una rappresentazione futuristica di un campus integrato 4+2: studenti in aula con visori VR, laboratori STEM attivi, docenti che collaborano con imprese, e ambienti moderni che uniscono scuole, ITS e aziende. Elementi come robotica, realtà aumentata e sostenibilità visibili nella scena. L’atmosfera deve essere luminosa e propositiva, simbolo di un’istruzione al passo coi tempi.


Una rappresentazione futuristica di un campus integrato 4+2: studenti in aula con visori VR, laboratori STEM attivi, docenti che collaborano con imprese, e ambienti moderni che uniscono scuole, ITS e aziende. Elementi come robotica, realtà aumentata e sostenibilità visibili nella scena. L’atmosfera deve essere luminosa e propositiva, simbolo di un’istruzione al passo coi tempi.

La risposta della Scuola: la Riforma Tecnologico-Professionale

Per affrontare il mismatch di competenze, il Ministro Valditara ha stanziato 35 milioni di euro per i campus della filiera “4+2”, previsti dalla Legge n. 121/2024. 

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Un Avviso pubblico consente alle Regioni di accedere a 15 milioni di euro per la Progettazione di Fattibilità Tecnica Economica (PFTE), con candidature da presentare entro il 15 settembre 2025 e un massimo di 2 milioni di euro per progetto. 

I campus, hub formativi territoriali, integreranno scuole, ITS Academy, università, AFAM e imprese, e offriranno formazione curriculare ed extracurriculare

Le risorse residue saranno destinate agli interventi infrastrutturali, come stabilito dal Decreto Dipartimentale n. 1282 del 3 giugno 2025.

Potenziamento dei laboratori

Un ulteriore investimento di 124 milioni di euro, previsto dal Decreto Ministeriale n. 215/2024, finanzierà il potenziamento dei laboratori degli Istituti tecnici e professionali, con una media di 258.000 euro di fondi PNRR per istituto. Un Avviso pubblico supporterà campus formativi integrati, guidati da Istituti tecnici e professionali. 

Inoltre, 210 milioni di euro dal Programma Nazionale 2021-2027 finanzieranno laboratori professionalizzanti, rafforzando la didattica pratica e le competenze STEM.

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