6 Giugno 2025
Profilazione razziale? – La Voce dei Berici


La scorsa settimana di versi politici italiani, a partire dal capo del governo Giorgia Meloni, opinionisti e rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine hanno gridato allo “scandalo” e alla “vergogna” per una raccomandazione giunta all’Italia dal Consiglio d’Europa a vigilare su possibili comportamenti razzisti durante le operazioni di polizia. I più convinti antieuropeisti hanno colto la palla al balzo per puntare con forza il dito contro un’Europa a loro dire sempre più ideologizzata e lontana dal vissuto della gente e dei singoli Paesi membri. Peccato però che il monito questa volta sia arrivato non da Bruxelles, ma da Strasburgo e che il Consiglio d’Europa non sia un organo dell’Unione Europea, ma un’organizzazione internazionale indipendente creata nel 1949 per promuovere e monitorare il rispetto della democrazia e dei diritti umani negli Stati membri (ad oggi 46).

A ben guardare la polemica pare ancora una volta tutta politica e molto mediatica. Il 28 maggio l’ECRI (La Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza) ha pubblicato il suo consueto rapporto di sintesi sull’attività svolta nel corso del 2024. In tale documento di 54 pagine (disponibile in lingua inglese e francese nel sito istituzionale del Consiglio d’Europa) l’Italia è citata un’unica volta, insieme agli altri nove Paesi (Andorra, Bosnia, Liechtenstein, Lituania, Malta, Moldavia, San Marino, Serbia e Regno Unito) che nell’ultimo anno sono stati oggetto delle normali attività periodiche di monitoraggio da parte della Commissione. Il rapporto illustra problematiche riscontrate trasversalmente in tutti questi Stati e rimanda nello specifico ai report realizzati per i singoli Paesi. E qui troviamo un’altra sorpresa. I risultati dell’analisi che ha riguardato l’Italia erano stati pubblicati senza gran di clamori mediatici o reazioni politiche ancora nello scorso mese di ottobre. In quel report si iniziava parlando di sviluppi positivi relativi a rispetto dei diritti umani e inclusività, ma venivano sottolineate poi anche alcune criticità, soprattutto riguardo al persistere di atteggiamenti discriminatori nei confronti di persone con orientamento sessuale LGBT+, popolazione rom e immigrati. Proprio in riferimento a questi ultimi veniva documentato il rischio concreto anche nel nostro Paese di casi di “profilazione razziale”. Con tale espressione si indica l’assunzione da parte di agenti delle forze dell’ordine di atteggiamenti (soprattutto durante le operazioni di fermo) diversificati in modo pregiudiziale e discriminatorio a seconda dell’etnia, della nazionalità, della religione, dell’orientamento sessuale o del colore della pelle delle persone che ci si trovano davanti. Tale “profilazione – mette in guardia il Consiglio d’Europa – ha effetti notevolmente negativi, in quanto genera un senso di umiliazione ed ingiustizia per i gruppi coinvolti, provocando stigmatizzazione e alienazione e diminuendo la fiducia nella polizia”. Il Consiglio invita dunque a tenere alta la guardia e agire in modo preventivo, istituendo specifici osservatòri, raccogliendo maggiori dati, verificando le proprie procedure, puntando sulla formazione.

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In questo senso va letto probabilmente anche l’intervento del presidente Mattarella che in seguito alla raccomandazione giunta da Strasburgo ha ricevuto il Capo della Polizia Pisani, ribadendo la stima e la fiducia nell’operato delle forze dell’ordine «la cui azione – ha detto – si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione». Un indicativo che, nel linguaggio delle massime istituzioni, nasconde sempre anche un congiuntivo esortativo. Da notare infine come per il Consiglio d’Europa in Italia più preoccupante di qualche deviazione all’interno delle forze di polizia, sia il discorso pubblico “sempre più divisivo e xenofobo” e questo, si dice, anche “da parte di politici e funzionari pubblici di alto profilo”. Osservazioni da ascoltare con attenzione, prima che da respingere arrogantemente al mittente.

 

Alessio Giovanni Graziani, donalessio@lavocedeiberici.it

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