
Nella giornata di ieri, il ministro della cultura Alessandro Giuli, la sottosegretaria Lucia Borgonzoni e il direttore generale Cinema e audiovisivo Nicola Borrelli hanno ricevuto in delegazione alcuni esponenti del mondo del cinema (tra i quali Claudio Santamaria, Giuseppe Fiorello e Andrea Occhipinti) a cui hanno illustrato i contenuti del decreto interministeriale di riforma delle agevolazioni fiscali a favore dell’industria cinematografica che ha l’obiettivo di frenare la crisi del cinema italiano. Il provvedimento modifica i criteri di assegnazione e riconoscimento del tax credit per le aziende cinematografiche e dell’audiovisivo, correggendo alcune distorsioni e inserendo maggiore equità, efficienza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Di seguito potete scoprire tutte le novità.
Il decreto per le agevolazioni fiscali, che cosa contiene?
Il provvedimento rimodula i requisiti da soddisfare per la richiesta del credito di imposta e introduce due nuovi obblighi per chi beneficia di questa misura fiscale: la trasparenza delle spese di produzione e il reinvestimento, entro cinque anni, da parte del produttore di una quota dei proventi dell’opera che ha beneficiato degli sgravi fiscali nello sviluppo, nella produzione o nella distribuzione – in Italia o all’estero – di una o più opere considerate difficili (documentari, cortometraggi, opere prime o seconde, opere di giovani autori, etc.). Il decreto, inoltre, modifica i requisiti di circuitazione per accedere ai contributi selettivi e introduce la sanzione dell’esclusione per cinque anni dal tax credit per i beneficiari colpevoli di dichiarazioni mendaci, omessa documentazione o falsa documentazione o inadempienti riguardo l’obbligo di reinvestimento in opere difficili.
La delegazione presente, preso atto con soddisfazione delle nuove misure, ha avanzato alcune proposte: continuare i tavoli tecnici per introdurre sia i controlli di qualità che permettano di evitare utilizzi incoerenti del credito fiscale sia massimali che limitino la possibilità di accumulo eccessivo del credito in singole imprese o gruppi di imprese; vigilare sull’effettivo assolvimento degli obblighi di investimento per televisioni e piattaforme e delle sotto-quote cinema, come strumento di sostegno al cinema che non incide sulla finanza pubblica; recupero anno contributivo 2024 e 2025 e un bonus una tantum per le lavoratrici e i lavoratori; costituzione di un osservatorio permanente sul settore per tracciare i reali numeri dell’indotto; costituzione di un welfare permanente e con criteri di accesso democratici per i lavoratori e le lavoratrici del settore; abbassamento dei giorni per il raggiungimento dell’anno contributivo ai fini pensionistici.
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