8 Giugno 2025
l’accordo di programma che verrà


L’accordo di programma Arvedi Ast dovrebbe essere firmato mercoledì pomeriggio 11 giugno al ministero delle Imprese e Made in Italy. Ci sono voluti oltre tre anni di trattative per sciogliere il nodo gordiano, ma ora, secondo quanto annunciato dalla presidente della giunta regionale Stefania Proietti e dagli assessori regionali Francesco De Rebotti e Thomas De Luca, la firma è sulla linea del traguardo. 

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A ritardarla era lo scoglio dei prezzi energetici che, come tutte le aziende energivore del Paese, sono costrette a pagare importi 2-3 volte superiori ai competitor europei. Da oltre venti anni il problema era stato posto dal sindacato, senza trovare le giuste risposte, è auspicabile che sia stata trovata la via di uscita da parte del Governo, in attesa del 2029 quando si dovranno assegnare le nuove concessioni idroelettriche. 

Il management del gruppo Arvedi, nonostante le difficoltà del settore, sta già attuando il piano industriale presentato alle parti sociali nel 2022 con cui sono iniziate, nei giorni scorsi, specifiche riunioni di approfondimento. Gli investimenti annunciati sono di 1 miliardo di euro, ad oggi ammontano a 325 milioni, di cui 160 realizzati e 165 in corso, oltre ad altri 232 milioni che saranno lanciati nel 2025 mentre ulteriori 411 milioni per la produzione di acciaio magnetico rimangono ancora parte integrante del piano industriale di rilancio. 

Il nuovo reparto del magnetico sarà realizzato all’interno del sito di viale Brin, tra l’officina meccanica e la ex scuola di formazione, quanto ci sarà una schiarita del settore automotive. Investimenti sono previsti, nel 2025, anche al reparto società delle Fucine, con un aumento occupazionale di 9 unità e al Tubificio di Terni, nella zona industriale di Sabbione. Il gruppo Arvedi punta a maggiori volumi con l’obiettivo di fare del sito ternano, nel più breve tempo possibile, il primo produttore di acciaio inossidabile d’Europa. 

Per quanto riguarda i livelli occupazionali, gli organici sono cresciuti di 59 unità rispetto al 2022 e sono stati stabilizzati 117 lavoratori interinali. Un altro obiettivo, mercato permettendo, è incrementare ancora di più i lavoratori diretti.

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