9 Giugno 2025
parla il vicepresidente di Unindustria


Il ricordo dell’attacco hacker che paralizzò la Regione Lazio nell’estate del 2021, con il blocco dei servizi sanitari e la sottrazione di dati sensibili, è ancora vivido. Eppure, a distanza di quasi quattro anni, quella lezione non sembra aver cambiato la mentalità di molti imprenditori laziali.

PMI del Lazio, l’indagine di Confindustria e Generali

Nonostante il Lazio rappresenti la seconda economia italiana in termini di piccole e medie imprese – ben 600mila, di cui circa 450mila sono PMI e il 60% utilizza strumenti digitali – la cultura della sicurezza informatica resta ancora molto carente.

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Un’indagine recente di Confindustria e Generali, realizzata con il supporto dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e degli Osservatori del Politecnico di Milano (Cyber Index PMI Lazio), ha rivelato dati allarmanti: solo il 10% delle aziende interpellate (un campione di 141 ritenuto rappresentativo) ha adottato misure concrete per proteggersi da attacchi informatici. A livello nazionale la media, già bassa, si attesta al 15%.

Nel 2023 la Polizia postale ha registrato quasi 12mila attacchi informatici contro infrastrutture critiche a livello nazionale. Gli alert sono stati oltre 59mila (+38% rispetto all’anno precedente), con un incremento del 18% per i ransomware e del 46% per le tecniche di intrusione come phishing, malware, keylogger e violazioni di rete.

Nel Lazio, il 4% delle PMI (circa 18mila imprese) ha già subito almeno un attacco dal 2021. Eppure, l’indice medio di consapevolezza cyber nella regione si ferma a 47 su 100, contro una media nazionale di 52.

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Benigni: “Rischio di blocchi operativi, danni reputazionali e sanzioni”

Il 30% degli imprenditori, pur riconoscendo i rischi, dichiara di non potersi permettere una protezione adeguata, soprattutto per motivi economici o per mancanza di figure specializzate. Il 35% tenta soluzioni “fai da te”, mentre il restante 25% ammette di non aver fatto nulla. Una situazione pericolosa, soprattutto in un contesto dove gli attacchi informatici – ransomware, DDoS, furti di identità, malware – sono in costante crescita.

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Secondo Lorenzo Benigni, vicepresidente di Unindustria con delega alla cybersicurezza e figura di riferimento nel settore, nessuna azienda può più considerarsi al sicuro: «Pensare che solo i grandi gruppi siano nel mirino degli hacker è un errore. Al contrario, gli attacchi colpiscono sempre più spesso le PMI, perché più vulnerabili e meno protette».

Gli attacchi informatici, spiega Benigni, non causano solo danni economici: «C’è il rischio di blocchi operativi, danni reputazionali e anche sanzioni legali in caso di mancata conformità a normative come il GDPR o la direttiva europea NIS2, che impone precisi obblighi di prevenzione e risposta agli incidenti».

Come affrontare la minaccia? Partire da un’analisi dei rischi, adottare strumenti aggiornati, sistemi di backup, autenticazioni multiple, formare il personale e definire una strategia chiara. Le difficoltà ci sono, soprattutto per le piccole realtà, ma esistono soluzioni accessibili: «Investire in cybersecurity – sottolinea Benigni – non è un costo, ma un’assicurazione sulla sopravvivenza e sulla competitività dell’impresa». E proprio a proposito di assicurazioni, Benigni ricorda che le polizze cyber, se ben integrate in un sistema di difesa strutturato, possono essere un valido strumento per coprire i rischi residui.

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