
Dal grande schermo, con The Imitation Game, alla sala d’aste
Per la prima volta andrà all’asta in Italia un esemplare di macchina Enigma, dispositivo cifrante elettromeccanico utilizzato dalle forze armate tedesche durante la Seconda guerra mondiale per cifrare le proprie comunicazioni radio e telegrafiche. All’incanto a partire da una base d’asta di 20 mila euro, sarà uno dei top lot dell’asta di Libri rari e autografi, in programma mercoledì 18 giugno presso lo Spazio Bolaffi a Roma (via Condotti 23) e giovedì 19 giugno in modalità internet live sul sito di Aste Bolaffi (www.astebolaffi.it).
Protagonista di studi, libri, documentari e film ̶ da ultimo il celebre The Imitation Game (2014) ̶ Enigma deve l’indiscutibile fascino al suo meccanismo rivoluzionario e agli sforzi profusi per comprenderlo e trovarne la chiave prima dal matematico polacco Marian Rejewski e poi da Alan Turing e dagli altri studiosi di Bletchley Park. L’operazione di controspionaggio “Ultra” degli Alleati per decifrare i messaggi di Enigma culminò in un successo, che contribuì alla loro vittoria, ponendo le basi per lo sviluppo dei computer. Enigma è dunque simbolo sia della cruenta storia del Novecento, sia della forza e della creatività inesauribile dell’ingegno umano, che può essere impiegato per i fini più oscuri, o per quelli più nobili.
Il catalogo d’asta sfiora i 950 lotti e conta, tra i più prestigiosi, rari volumi, come la prima edizione stampata dell’Almagesto di Tolomeo, numerosi atlanti del Cinquecento e Seicento, anche in coloritura coeva, importanti libri di gastronomia e autografi storici, tra cui quelli di Marie Curie e Gioacchino Rossini.
Focus Enigma
Inventata nel 1918 dall’ingegnere tedesco Arthur Scherbius, sulla scia del disco cifrante di Leon Battista Alberti, fu la prima macchina elettromeccanica con cui divenne possibile, al contempo, comporre e decifrare messaggi criptati. Il raro modello proposto contiene tre rotori (Chiffrierwalzen) con numero di serie K634, trascritto anche a mano sotto la macchina, il riflettore (Umkehrwalze) e il vetro scuro per nascondere il codice. Nello scrivere o decodificare un testo, la pressione su ciascun tasto chiudeva il circuito elettrico. Il segnale attraversava i contatti incrociati contenuti nei rotori e tornava indietro, grazie al riflettore, cambiando più volte la lettera a cui era associato. Terminava infine il suo percorso, illuminando la lettera codificata sull’apposito pannello. Dopo ogni digitazione, lo scatto dei rotori garantiva un codice diverso per la lettera successiva. In questo modo, il numero di combinazioni possibili poteva arrivare fino all’enorme cifra di circa 159 trilioni (1,59 x 10^20), nei modelli più avanzati.
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