
Non ha ancora dispiegato i suoi effetti la decisione della Banca Centrale Europea di ridurre i tassi d’interesse. L’ottavo taglio consecutivo in poco più di un anno, con il costo del denaro che scende al 2%, non si riflette ad esempio sul mercato dei mutui per la casa. Colpa del riavvicinamento tra tassi fissi e variabili del credito alle famiglie: i primi in lieve crescita sull’onda dei rendimenti a lungo termine, i secondi che scontano ancora margini bancari elevati e rigidi criteri di accesso ai finanziamenti.
Il mercato resta così stagnante. Negli ultimi due anni, sono cresciuti dell’1% i mutui concessi ai privati per l’acquisto di abitazioni, per un totale di 380 miliardi su scala nazionale. Nelle Marche, si assiste invece a una lieve flessione, meno 0,2%, con un calo di 17 milioni di euro sul totale di oltre 7 miliardi e mezzo.
Un segnale di debolezza degli investimenti evidente anche a livello provinciale. Fermo è l’unico territorio in netta crescita, + 2 punti percentuali. Crolla di un punto e mezzo il mercato dei mutui nel Maceratese. Pressoché stazionarie le altre province.
Le manovre espansive della BCE vengono però in aiuto dei titolari di mutui a tasso variabile, un terzo di quelli accesi in Italia, che avevano visto nell’ultimo biennio aumenti superiori anche al 70% del costo delle rate.
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