«Sgravi a chi reinveste utili»

 «Non si parla di agevolazioni per l’industria, ne discutevo con Giancarlo Giorgetti, che mi ha detto: “Porta in dote a Maria Anghileri (presidente dei Giovani imprenditori, ndr) e a Emanuele Orsini (numero uno di Confindustria) questa riflessione che stiamo facendo al Mef sulla defiscalizzazione per chi reinveste in azienda i suoi utili”». A Rapallo, davanti alla platea dei Giovani di Confindustria, Matteo Salvini annuncia che in Finanziaria ci sarà spazio per il taglio dell’Irpef, per la rottamazione delle cartelle e – novità – per un nuovo intervento sull’Ires. Cioè l’imposta sui redditi delle società, sforbiciata nella scorsa manovra con un costo di 400 milioni.

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Dopo settimane di polemiche nella maggioranza sulle misure fiscali, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture cala un asso per rafforzare la sua posizione: spiega che si sta muovendo nella sua stessa direzione il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il quale, aggiunge il vicepremier, «mi ha detto che la rottamazione delle cartelle è compatibile non solo col taglio dell’Irpef ma anche con la defiscalizzazione degli utili alle imprese che li reinvestono». 
Per Salvini nel centrodestra «non c’è nessun problema né frizioni». Secondo lui, «mediaticamente», si sbaglia quando «si mette in alternativa il taglio dell’Irpef per il ceto medio fino ai 50mila o la rottamazione per le partite Iva». A domanda su come trovare i soldi – solo la rimodulazione della seconda aliquota dell’imposta sui redditi comporta una copertura da 4 miliardi – replica che la pace fiscale si autofinanzia: «La rottamazione con 120 rate senza sanzioni interessi in 10 anni può portare nelle casse stato 30 miliardi. Con i quali, di tasse, ne tagli a volontà». Sempre nel suo intervento ha ricordato che «l’Italia non può dire di no al nucleare di ultima generazione perché sarebbe un suicidio».
Per l’apertura del Convegno dei Giovani imprenditori, Giorgia Meloni ha inviato un videomessaggio. Alla platea è piaciuto il passaggio nel quale la premier si è detta «convinta che dobbiamo tornare a pensare in grande e che è possibile disegnare una politica industriale che abbia una visione di medio e lungo periodo», puntando «sui nostri asset strategici» e scommettendo «sulle filiere innovative».
Oggi interverrà il presidente di Confindustria, Orsini. Ieri, invece, la leader dei Giovani Anghileri ha chiesto in primo luogo «il raddoppio, entro i prossimi 10 anni, degli investimenti pubblici sulla “Filiera Futuro”, che è fatta di natalità, istruzione, innovazione, di giovani imprese». Ma ha sottolineato la necessità di un abbassamento strutturale del costo dell’energia, del lavoro e della pressione fiscale, bollando il taglio dell’Ires come «un tentativo molto timido».

VIA XX SETTEMBRE

Proprio l’imposta che ieri Salvini ha annunciato che il governo si appresta a sforbiciare di nuovo. In realtà, ma a livello informale, nelle scorse settimane Giorgetti avrebbe già informato Confindustria di una nuova defiscalizzazione degli utili reinvestiti. Intanto, Viale dell’Astronomia attende i decreti attuativi per sbloccare la riduzione decisa nell’ultima manovra.
Più in generale, guardando alla prossima Finanziaria, Confindustria spingerebbe per una nuova Industria 4.0, un pacchetto di incentivi per l’acquisto di macchinari e investimenti per l’innovazione. Si guarda allo schema di misura lanciato dall’allora ministro Carlo Calenda, da mantenere per almeno sei anni, con un grado di incentivi scalabili nel corso degli anni. Secondo le imprese questa è la strada principale per far crescere l’economia, assumere nuovi dipendenti e, di conseguenza, garantire ai dipendenti buste paga più pesanti. Che si traducono anche in maggiori entrate per l’erario.