
Per quanto fosse, in parte, attesa, la nuova stangata sulla Tari nel comune di Reggio (mediamente +8% per i cittadini, circa il 9% per i commercianti, aumenti che la giunta comunale assicura di aver contenuto mantenendo le agevolazioni vigenti) continua a suscitare svariate reazioni. In particolare in seno alla politica reggiana, ma anche tra lavoratori e semplici cittadini. Nell’intervista rilasciata ieri al Carlino l’assessore Davide Prandi ha rimarcato il fatto che l’Amministrazione ha cercato di calmierare l’impatto dell’inflazione confermando gli sgravi fiscali e sociali e approfittando dei benefit concessi alle città più virtuose nella raccolta differenziata, come Reggio a tutti gli effetti è. Tuttavia, considerando che si tratta, per le famiglie, quantomeno di un ulteriore sforzo economico da sostenere, ma di fatto risulta un nuovo bagno di sangue per gli esercenti, in particolare quelli titolari di negozi di medio grandi dimensioni, c’è preoccupazione tra le associazioni che li rappresentano.
“Non è il periodo storico migliore perché i commercianti possano accettare un aumento del genere, che è un’altra coltellata al fianco della loro attività lavorativa – esordisce così, sul tema, Monica Soncini, presidente di Confcommercio – capisco che si faccia un discorso di adeguamento all’inflazione, ma resta strano il fatto che dall’altro lato non si possa agire su Iren Ambiente che, non spendendo tanto sulle materie prime, potrebbe proporre costi minori. Si parla – aggiunge la Soncini – di poche decine di euro di aumenti, ma è comunque un brutto segnale; che accresce l’ansia di tanti piccoli e medi esercenti, quando invece dovrebbero essere tranquillizzati. Nel mio caso, per dire, per un negozio di 35 mq, pagherò tra prima rata a novembre e seconda nel 2026, cento euro in più rispetto al periodo precedente. Credo sia necessario – conclude la leader della Confcommercio reggiana – trovarci intorno a un tavolo col Comune, per ottenere scontistiche maggiori, anche tenendo conto delle istanze sull’argomento portate avanti dall’opposizione”. Sulla stessa lunghezza d’onda Dario Domenichini, presidente di lungo corso della Confesercenti provinciale: “In un recente incontro con l’assessore Prandi – afferma – ci ha assicurato che con la nuova gara d’appalto per il servizio, attualmente in capo a Irena, le cose dovrebbero, almeno un po’, migliorare. A lui abbiamo anche evidenziato che, in un momento di gravi difficoltà del settore, un aumento della Tari può avere anche un impatto grave in alcuni casi. Per questo abbiamo suggerito una modalità che possa alleviare un po’ il peso che ricadrebbe sui negozi e sul settore ristorazione”.
L’idea di Confesercenti è legittima, ma non priva di incognite. “Sappiamo che l’Amministrazione ha previsto, con gli sgravi, un aumento per i cittadini dell’8%, per le imprese del 9%. Se si potesse fare il contrario i commercianti avrebbero più ossigeno, perché qualche virgola in più sul reggiano medio, significa anche il 2-3% di risparmio per un esercente. Capisco – aggiunge Domenichini – che possa essere una scelta politica impopolare, tenendo conto che che c’è al contempo anche una contrazione dei consumi”.
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