15 Giugno 2025
Heineken, Prada e Autogrill: i piani dei big per l’Italia e oltre. «L’Economia» domani col «Corriere»


L’analisi di Ferruccio de Bortoli sull’agenda dei diritti del lavoro dopo il referendum. I portafogli per investire nel nuovo ordine mondiale, le nuove tappe del risiko bancario

Che lezione trarre dalla sconfitta dei referendum? Forse che il lavoro è cambiato, suggerisce Ferruccio de Bortoli sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani con il quotidiano: è cambiato sia nelle mansioni sia nella qualità richiesta, che presuppone maggiori competenze tecnologiche quindi più formazione. È qui che, secondo de Bortoli, si può agire ora. Perché la contrapposizione tra capitale e manodopera, è la tesi, ha assunto nuove forme, dal rischio di sostituzione delle persone con i robot ale implicazioni del controllo da remoto dei lavoratori. Mentre resta l’incognita delle pensioni per i giovani.
«È urgente concentrare l’attenzione, ancora di più, sulle persone, sui loro percorsi professionali — scrive de Bortoli —. Sulla proliferazione del lavoro povero, sui salari scandalosamente bassi, sul welfare, la previdenza integrativa, i fondi sanitari, indispensabili a proteggere le famiglie dalla non autosufficienza, la principale causa di impoverimento». L’agenda dei diritti è da aggiornare, secondo de Bortoli, con una direzione fra le altre: la maggiore produttività. «La produttività non è un problema del solo imprenditore, è un obiettivo comune», ritiene de Bortoli, perché se non aumenta «non vi è crescita del valore aggiunto, dunque, nemmeno un adeguamento di salari e stipendi».

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Le prossime tappe del risiko

Al tema del lavoro il settimanale riserva anche un approfondimento con lo scenario delle possibili e nuove relazioni industriali. Se il sindacato si fa più partito, è il ragionamento, come pare un’ipotesi per la Cgil, il margine di contrattazione rischia di ridursi, proprio mentre servirebbe più forza: anche in vista dell’incontro con Confindustria, atteso per il 26 giugno.
La copertina de L’Economia è dedicata ad Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Per l’istituto di Piazzetta Cuccia, stretto tra l’offerta su Banca Generali da un lato e l’essere «preda» del Monte dei Paschi dall’altro, è il momento della verità. Domani terrà infatti l’assemblea per decidere se proseguire o no con l’Ops sull’istituto bancario del Leone. È il bivio fra l’indipendenza, sottolinea il settimanale, e la difesa dall’attacco senese.
Il caso, del resto, è solo una tessera del grande risiko bancario, dove il ceo di Unicredit Andrea Orcel attende il parere dell’Antitrust Ue sull’uso del potere di veto da parte del governo per la sua offerta sul Banco Bpm. E Bper apre domani l’Ops sulla resistente Popolare di Sondrio. Hanno un socio comune, Unipol.




















































Satispay e Heineken

Fra i personaggi della settimana c’è Alberto Dalmasso, cofondatore e ceo di Satispay: dopo i pagamenti e i buoni pasto vuole allargare la sua app agli investimenti a lungo termine. C’è Alexander Koch, amministratore delegato di Heineken, che intende investire sulle birre italiane del gruppo: cioè Ichnusa, Moretti, Messina e Dreher. E c’è Tommaso Paoli, ceo di Nuo che ha rilevato la maggioranza di Bialetti: il piano è rilanciare la Moka anche in Cina.
Nella sezione Risparmio trovate tre portafogli modello per investire sui mercati internazionali durante le crisi e con il dollaro debole.

15 giugno 2025 ( modifica il 15 giugno 2025 | 09:09)

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