
Predazioni diffuse
La popolazione del lupo è in rapida espansione al punto da mettere a rischio il motivo stesso per cui la sua presenza è importante: mantenere la biodiversità. Con questi numeri, che provocano una situazione davvero difficile, si mette, infatti, a rischio la funzionalità degli ecosistemi provocando un disequilibrio ecologico. Le predazioni da lupo sono, ormai, diffuse anche nelle zone di collina e pianura e riguardano l’intero arco dell’anno. Una situazione insostenibile, che vede sempre più attacchi con imprese ormai esasperate, pronte ad abbandonare la pastorizia. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti che ha inviato una specifica lettera all’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, affinché arrivino, almeno, in tempi stretti i risarcimenti dei danni.
Più di mille esemplari
La popolazione del lupo sulle Alpi conta ormai più di 1.000 individui concentrati in misura prevalente nella porzione centro occidentale (circa il 72%) e, nell’ambito di quest’ultima, soprattutto in Piemonte. Gli avvistamenti sul territorio alessandrino stimano la presenza di una quindicina di branchi distribuiti su tutta la fascia appenninica al confine con la Liguria e nelle aree basso collinari e pianeggianti, dal torrente Orba al fiume Bormida, confermando che i lupi si stanno muovendo sempre di più verso la pianura. “Le nostre imprese presidiano territori altrimenti disabitati, ma il moltiplicarsi delle aggressioni costringe sempre di più gli allevatori ad abbandonare le aree rurali, e non solo, col rischio che cresca il degrado ambientale che porta con sé frane ed alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Il rischio vero oggi è la scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie, ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze piemontesi, stante anche il costante incremento degli episodi di predazione”.
Degrado e alluvioni
Fondamentale è conoscere e monitorare l’uso che il branco fa del territorio, come si sposta e da quanti individui è composto, se si avvicina ai centri abitati, dove trova rifugio, come interagisce con le altre specie, proprio in relazione alle predazioni degli animali al pascolo. “Serve, dunque, responsabilità nella difesa, da parte delle Istituzioni e degli organi competenti, degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città. Il ritardo nell’affrontare il tema ipotizzando la possibilità di una convivenza non gestibile secondo gli attuali canoni, pregiudica la soluzione del problema – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Non possiamo considerare gli indennizzi una soluzione definitiva, ma, se tempestivi, assumono un ruolo fondamentale nella conduzione dei conflitti, nell’attesa di nuovi strumenti di gestione in seguito al declassamento del lupo da specie «strettamente protetta» a «protetta». Vista la situazione, è necessario anche semplificare la procedura per la presentazione delle domande di indennizzo al fin di ridurre i tempi che intercorrono tra la predazione ed il risarcimento effettivo” (fonte: Coldiretti).
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