
La data di oggi è importante per le partite IVA: entro il 16 giugno 2025, le imprese e gli autonomi infatti devono versare delle quote non indifferenti di tasse, calcolate intorno ai 42,3 miliardi di euro dalla CGIA di Mestre. Si parla di tax day perché le imprese sono chiamate a pagare entro questa data, ma c’è anche un secondo momento da considerare, il 30 giugno 2025.
Senza contare i contributi previdenziali da erogare in aggiunta all’INPS. Un vero e proprio ingorgo che potrebbe mettere in difficoltà le partite IVA, per cui è consigliato sempre iniziare prima a prepararsi e farsi supportare da un commercialista esperto.
Tax day: quali date considerare
Si parla di tax day per le specifiche scadenze da rispettare, per cui si prevede questo versamento al fisco:
- 16 giugno 2025: versamento complessivo previsto per 42,3 miliardi di euro;
- 30 giugno 2025: versamento complessivo previsto per 17 miliardi di euro.
Scadenza lunedì 16 giugno | Importi |
Ritenute Irpef dipendenti e collaboratori | 14.383 milioni di euro |
Iva | 13.200 milioni di euro |
Imu | 10.300 milioni di euro |
Tari | 2.774 milioni di euro |
Ritenute Irpef lavoratori autonomi | 1.344 milioni di euro |
Ritenute bonifici detrazioni Irpef | 276 milioni di euro |
Gettito totale previsto | 42.277 milioni di euro |
Ma quali sono le imposte che le partite IVA stanno per pagare? Si tratta dell’IVA, dell’Irpef per i lavoratori dipendenti, collaboratori e per gli autonomi. Le aziende infatti sono sostituti di imposta per i propri lavoratori, per cui periodicamente accantonano e versano le somme al fisco italiano.
Scadenza lunedì 30 | Importi |
Ires | 9.800 milioni di euro |
Irap | 4.900 milioni di euro |
Irpef | 1.500 milioni di euro |
Addizionale regionale Irpef | 628 milioni di euro |
Addizionale comunale Irpef | 260 milioni di euro |
Gettito totale previsto | 17.088 milioni di euro |
Solamente nel mese di giugno quindi si prevede un gettito complessivo di 59.365 milioni di euro al fisco. Oltre alle scadenze di questo mese, va evidenziato, le partite IVA devono fare attenzione anche all’ingorgo di novembre, con diverse quote da saldare e adempimenti importanti.
Tax day e proroghe
Quest’anno, con l’ultimo decreto fiscale, il governo ha deciso di introdurre una piccola proroga ad alcune scadenze, portando avanti quelle del 30 giugno 2025 al 21 luglio. Sono incluse qui tasse come l’Ires, l’Irap, l’Irpef e le relative addizionali, oltre alle scadenze previste per i soggetti ISA.
Ma nonostante questa proroga, per la fine di giugno si prevede che molti provvederanno a versare le tasse come di consueto, per 17 miliardi di euro complessivi. Va ricordato che gli autonomi, in qualsiasi forma, devono anche corrispondere entro varie scadenze i contributi previdenziali. I termini di pagamento, le percentuali e le modalità cambiano se le partite IVA sono iscritte all’INPS o ad una cassa previdenziale specifica, collegata ad un Albo.
Pressione fiscale: quanto pesa sulle partite IVA
La pressione fiscale pesa sulle partite IVA italiane più che negli altri paesi europei. La CGIA di Mestre ha riportato alcuni dati relativi al 2024, segnalando come il paese si è posizionato al sesto posto in classifica (con il 42,6% del PIL). Senza contare la burocrazia che spesso opprime le imprese nel provvedere correttamente a questi adempimenti.
I dati confermano che l’Italia è uno dei paesi in cui le complicazioni burocratiche sono all’ordine del giorno: basta pensare che spesso queste realtà rinunciano a sostegni e contributi economici per via della complessità di accesso.
E lo stesso vale per il pagamento delle tasse: adempiere correttamente alle dichiarazioni dei redditi senza tralasciare alcuna informazione talvolta può sembrare una sfida, che spesso si conclude con errori e sanzioni. Dall’altro lato della medaglia, l’Italia comunque registra un calo nell’evasione fiscale, segno che la trasparenza tra aziende e fisco procede in crescita.
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