16 Giugno 2025
Savings and Investments Union (SIU): dalla Bussola per la competitività all’Unione del risparmio e degli investimenti | Studio Legale Tidona e Associati


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Di Antonio Pezzuto, ex Dirigente della Banca d’Italia

 

Il 18 luglio 2024 la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, eletta per un secondo mandato, ha presentato al Parlamento europeo i suoi Orientamenti politici per la legislatura 2024-29. Si tratta di un documento strategico che definisce le priorità politiche e individua le iniziative che saranno avviate nei prossimi cinque anni per imprimere un nuovo impulso alla crescita economica.

Dando seguito a quanto annunciato negli Orientamenti politici, il 29 gennaio 2025 la Commissione europea ha presentato un documento programmatico, denominato “Bussola per la competitività dell’UE” (Competitiveness Compass), che guiderà l’attività dell’Organo esecutivo per l’intera durata del mandato con l’intento di rafforzare la competitività dell’Unione. Contestualmente, la Commissione ha pubblicato la “Relazione 2025 sul mercato unico e la competitività” (The 2025 Annual Single Market and Competitiveness Report), nella quale analizza i punti di forza e gli elementi di debolezza dell’economia europea.

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In un contesto geopolitico fortemente instabile contraddistinto da rivalità tra grandi potenze e da competizione per la supremazia tecnologica e per il controllo delle materie prime critiche, l’Europa ha perso competitività non avendo saputo tenere il passo con gli altri principali competitor (Stati Uniti e Cina in testa) in ragione di un persistente divario nella crescita della produttività, dovuto essenzialmente alla mancanza di innovazione.

La Commissione ritiene pertanto urgente e prioritario invertire la tendenza in atto lanciando, come suggerito dal rapporto “The future of European competitiveness” di Mario Draghi, un nuovo modello di competitività europea, che si fonda, come noto, su tre pilastri: colmare il gap tecnologico; varare un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività; aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze dalle tecnologie digitali dell’Asia.

La Bussola per la competitività dell’UE si articola in tre esigenze trasformative di stimolo della competitività (innovazione, decarbonizzazione, sicurezza) e cinque attivatori trasversali a tutti i settori (semplificazione, riduzione degli ostacoli al mercato unico, finanziamenti, promozione delle competenze e di posti di lavoro di qualità, miglioramento del coordinamento delle politiche a livello nazionale ed europeo).

Il primo pilastro intende stimolare la crescita attraverso l’innovazione tecnologica. Per colmare il deficit di innovazione[1], la Commissione adotterà misure volte a favorire la creazione di start-up innovative, sviluppare un mercato del capitale di rischio efficiente e di maggiore spessore, agevolare la mobilità e la capacità di trattenere giovani talenti, investire in infrastrutture all’avanguardia, promuovere l’innovazione e la ricerca.

Il secondo pilastro mira all’integrazione delle politiche di decarbonizzazione con le politiche industriali, della concorrenza, economiche e commerciali, al fine di stimolare la competitività. Per il raggiungimento di tale obiettivo, saranno intraprese numerose iniziative, come quella volta a sottoscrivere un Patto per l’industria pulita (Clean Industrial Deal) e quella mirata a definire un Piano d’azione per un’energia a prezzi accessibili.

Il terzo pilastro punta a ridurre le dipendenze eccessive dell’Unione da paesi terzi e ad aumentare la sicurezza economica europea, promuovendo partenariati ed accordi strategici sul mercato internazionale e potenziando le capacità industriali nel campo della difesa attraverso un ricorso crescente agli appalti congiunti.

Come anticipato, la “Bussola” individua cinque modi per garantire la competitività dell’UE in tutti i settori produttivi. A tal fine, la Commissione:

  • presenterà una serie di proposte (legislative e non legislative) per semplificare il quadro regolatorio, ridurre gli oneri burocratici e velocizzare le procedure amministrative per rendere l’Europa un luogo più attraente per gli investimenti[2];
  • si attiverà per eliminare gli ostacoli esistenti affinché tutte le imprese possano beneficiare appieno delle economie di scala offerte dal mercato unico;
  • mobiliterà in maniera più efficace gli investimenti privati e utilizzerà i finanziamenti pubblici in modo più intenso e mirato. Stante la mancanza nell’UE di un mercato dei capitali efficiente che trasformi i risparmi in investimenti produttivi, la Commissione proporrà un’Unione europea dei risparmi e degli investimenti per creare nuovi prodotti di risparmio e di investimento, fornire incentivi per il capitale di rischio e garantire la fluidità dei flussi di investimenti in tutta l’Unione;
  • costituirà, attraverso piani e iniziative, un’Unione delle competenze, incentrata, tra l’altro, sugli investimenti, sull’apprendimento permanente e in età adulta, sulla creazione di competenze adeguate alle esigenze future e sul riconoscimento di diversi tipi di formazione che consenta alle persone di lavorare in tutta l’Unione;
  • proporrà un nuovo strumento di coordinamento per la competitività, con il fine di allineare meglio gli interessi strategici comuni a livello nazionale ed europeo.

Prendendo spunto dal Rapporto “Much more than a market” di Enrico Letta, presentato al Consiglio dell’UE straordinario del 17-18 aprile 2024, in cui si sottolinea l’esigenza di ridare slancio all’integrazione dei mercati europei, nella convinzione che essa consente agli operatori di sfruttare le economie di scala, riducendo i costi di accesso, accresce la concorrenza e assicura una più efficiente allocazione delle risorse[3], il 19 marzo scorso la Commissione ha pubblicato la Comunicazione “Unione del risparmio e degli investimenti” (Savings and Investments Union, SIU), con la quale delinea la strategia che intende seguire per promuovere la ricchezza dei cittadini e la competitività economica nell’UE.

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Ad avviso della Commissione, lo sviluppo di una SIU è una priorità fondamentale, poiché è volta a migliorare il modo in cui il sistema finanziario europeo canalizza i risparmi privati verso investimenti produttivi, offrendo ai cittadini un accesso più ampio ai mercati dei capitali e migliori opportunità di finanziamento alle imprese.

Attualmente circa il 70 per cento dei risparmi delle famiglie europee, corrispondente a 10 mila miliardi di euro, è detenuto sotto forma di depositi bancari i quali, pur essendo sicuri e facilmente accessibili, generano rendimenti più bassi rispetto agli investimenti in strumenti del mercato dei capitali, risultando quindi meno efficaci nel proteggere dall’inflazione.

L’attuazione della SIU richiede una serie di azioni e iniziative politiche lungo quattro aree di lavoro: 1) cittadini e risparmio; 2) investimenti e finanziamenti; 3) integrazione e scala; 4) vigilanza efficiente nel mercato unico.

 

Cittadini e risparmio

L’esperienza di alcuni Stati membri ha dimostrato che i conti di risparmio e di investimento possono stimolare la partecipazione degli investitori retail ai mercati dei capitali, in ispecie quando questi conti sono accompagnati da incentivi fiscali adeguati.

Per favorire la diffusione di tali conti la Commissione adotterà misure per creare un modello europeo per i conti o i prodotti di risparmio e investimento sulla base delle best practices esistenti, che saranno accompagnate da una raccomandazione rivolta agli Stati membri sul trattamento fiscale cui assoggettarli.

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Inoltre, la Commissione intende sviluppare il settore delle pensioni integrative dialogando con le parti sociali e formulando raccomandazioni sull’utilizzo della sottoscrizione automatica, dei sistemi di tracciamento e dei pannelli di gestione delle pensioni.

Per garantire che i potenziali nuovi investitori al dettaglio siano ben informati sui rischi degli investimenti in strumenti più complessi, la Commissione adotterà una strategia per l’alfabetizzazione finanziaria mirata a responsabilizzare i cittadini e accrescere la loro consapevolezza e partecipazione ai mercati dei capitali[4].

Infine, la Commissione collaborerà anche con la BEI (Banca europea per gli investimenti), il MES (meccanismo europeo di stabilità) e le banche di promozione nazionali per esaminare le modalità attraverso le quali accrescere le opportunità per gli investitori al dettaglio di accedere a prodotti finanziari adeguati che consentano loro di contribuire al finanziamento delle priorità dell’Unione.

 

Investimenti e finanziamenti

Come sottolineato dalla Bussola per la competitività, l’UE necessita di una maggiore disponibilità di capitali per sostenere gli investimenti e ridurre i costi di finanziamento per le imprese. Occorrono pertanto, secondo la Commissione, interventi atti a promuovere gli investimenti in strumenti di capitale e in determinate classi di attività alternative (capitale di rischio, private equity, ecc.), ad allineare gli strumenti di finanziamento pubblico agli obiettivi della SIU, ad agevolare l’uscita dagli investimenti attraverso la quotazione sui mercati pubblici, a rimuovere gli ostacoli fiscali, a favorire lo sviluppo delle cartolarizzazioni semplificandone il quadro regolamentare.

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Più in dettaglio, la Commissione intende:

  • proporre misure per stimolare gli investimenti azionari da parte degli investitori istituzionali (assicurazioni, fondi pensione, ecc.). Ad esempio, per le assicurazioni specificherà nell’atto delegato di Solvency II i criteri di ammissibilità per il trattamento prudenziale favorevole degli investimenti a lungo termine in strumenti di capitale e, per le banche, adotterà orientamenti sull’uso del trattamento prudenziale favorevole per gli investimenti nell’ambito di programmi legislativi;
  • riesaminare e aggiornare il regolamento relativo ai fondi europei per il venture capital (EuVECA);
  • collaborare con la BEI e gli investitori privati per attuare il programma di investimenti TechEU per l’espansione;
  • adoperarsi per eliminare le divergenze nelle procedure fiscali nazionali che creano oneri amministrativi e ostacoli agli investimenti transfrontalieri;
  • attivarsi affinché le norme europee in materia di quotazione stabilite negli atti delegati e di esecuzione siano semplici e gli oneri ridotti al minimo per aumentare la liquidità e l’offerta di capitale alle società quotate;
  • presentare misure per sostenere l’uscita dagli investimenti nelle società private;
  • avanzare, per quanto riguarda le cartolarizzazioni, proposte incentrate sulla semplificazione della due diligence e della trasparenza nonché sull’adeguamento dei requisiti prudenziali per le banche e le imprese di assicurazione.

 

Integrazione e scala

Nonostante i progressi compiuti, i mercati dei capitali dell’UE rimangono notevolmente frammentati lungo i confini nazionali: gli strumenti finanziari sono oggi negoziati su 118 mercati regolamentati e 148 strutture di negoziazione multilaterali. Inoltre, vi sono 26 depositari centrali di titoli e 14 controparti centrali autorizzate nell’UE che forniscono servizi di regolamento e compensazione. Questa frammentazione impedisce agli operatori di fruire appieno delle economie di scala prodotte da un mercato più integrato e si traduce in costi più elevati trasferiti agli utenti dei servizi finanziari.

Dato questo contesto, la Commissione proporrà misure volte a eliminare gli ostacoli alle attività transfrontaliere delle infrastrutture di mercato di trading e post trading, a rimuovere le barriere residue alla distribuzione transfrontaliera dei fondi di investimento all’interno dell’Unione, a ridurre gli ostacoli operativi per i gestori patrimoniali che agiscono come una struttura di gruppo.

 

Vigilanza efficiente nel mercato unico

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La SIU mira a realizzare un quadro di vigilanza più armonizzato nell’UE, nella convinzione che ciò può contribuire all’integrazione dei mercati finanziari eliminando gli ostacoli all’attività transfrontaliera, creando parità di condizioni per gli operatori e promuovendo la fiducia degli investitori.

Con l’eccezione delle banche di maggiori dimensioni (c.d. significant institutions), alle quali si applica già una vigilanza armonizzata esercitata da un’unica autorità di supervisione (BCE), in altri settori, in particolare quello dei mercati dei capitali, i partecipanti sono sottoposti principalmente alla vigilanza delle autorità nazionali competenti.

Pur avendo un corpus normativo unico (c.d. single rulebook), le autorità nazionali spesso applicano le regole in modo diverso, con la conseguenza di scoraggiare le attività transfrontaliere generando costi di compliance più elevati per le imprese e creando le condizioni per un arbitraggio di vigilanza.

Di qui l’invito rivolto alle autorità europee di vigilanza (EBA, ESMA ed EIOPA) e alle autorità nazionali competenti a sfruttare appieno gli strumenti di cui dispongono e ad attuare il programma di semplificazione illustrato nella Comunicazione del febbraio 2025. Oltre a ciò, la Commissione proporrà di rafforzare gli strumenti di convergenza in materia di vigilanza e renderli più efficienti e presenterà proposte per conseguire una vigilanza più omogenea dei mercati dei capitali, anche con il trasferimento di alcuni compiti a livello europeo.

La SIU rappresenta uno strumento fondamentale anche per rafforzare l’integrazione e la competitività del settore bancario europeo. Per conseguire tale obiettivo è comunque necessario, secondo la Commissione, completare l’Unione bancaria portando a termine la riforma del quadro comune per la gestione delle crisi delle banche di medie dimensioni e la creazione un sistema di protezione dei depositi unico (European Deposit Insurance Scheme, EDIS), finalizzato a integrare e sostituire gradualmente i fondi nazionali di garanzia dei depositi esistenti.

 

Sensibilizzazione e dialogo

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La SIU è un progetto ambizioso che richiede, affinché trovi concreta attuazione, un dialogo costante con le Istituzioni europee, il settore finanziario, le organizzazioni della società civile e le organizzazioni giovanili. A tal fine, la Commissione, si adopererà per fornire sostegno e sensibilizzare gli stakeholders (imprese, investitori al dettaglio, organizzazioni per i diritti dei consumatori e gruppi di riflessione) sulla rilevanza delle finalità che essa intende perseguire, anche attraverso visite nei paesi membri.

Dopo la Comunicazione del 19 marzo scorso, la Commissione ha promosso una consultazione volta a raccogliere osservazioni sugli ostacoli che frenano la piena integrazione e l’efficienza dei mercati dei capitali nell’Unione[5].  In particolare, le parti interessate sono state invitate a esprimere le proprie opinioni in merito a quattro ambiti principali:

  • le barriere al trading e al post trading transfrontaliero;
  • la crescita dei fondi di investimento;
  • l’armonizzazione delle prassi di vigilanza finanziaria;
  • la semplificazione delle norme applicabili.

I risultati della consultazione saranno utilizzati per approntare un pacchetto di proposte che la Commissione presenterà nell’ultimo trimestre di quest’anno, con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione dei mercati dei capitali.

 

Note:

[1] Il divario di innovazione emerge con nettezza dall’osservazione di alcuni parametri, tra cui la spesa per le attività di ricerca e sviluppo in rapporto al PIL che, sebbene in crescita tra il 2012 e il 2023 (dal 2,12 al 2,22 per cento), rimane al di sotto di quella degli Stati Uniti (3,59 per cento), Giappone (3,41) e Cina (2,56).

[2] Nello scorso mese di febbraio sono stati presentati i primi due di una serie di pacchetti Omnibus di semplificazione, con riguardo ai settori della rendicontazione della finanza sostenibile, della due diligence e della tassonomia.

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[3] Signorini L.F., Discorso di apertura al Convegno “Contratto e concorrenza nel mercato bancario: le sfide del XXI secolo”, Palermo, 12.6.2025.

[4] Secondo un’indagine Eurobarometro del luglio 2023, il livello di alfabetizzazione finanziaria dell’UE è modesto, considerato che solo il 18 per cento dei cittadini possiede conoscenze e competenze adeguate. Il livello di alfabetizzazione varia notevolmente da un paese all’altro e, all’interno dello stesso, tra i diversi gruppi demografici

[5] Targeted Consultation on Integration of EU Capital Markets, 17.4.2025.

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