
Olbia Una dotazione finanziaria di circa 160 milioni di euro. Olbia e la Gallura come territori d’elezione per l’innovazione tecnologica e la ricerca. La necessità di spendere fondi strutturali decisivi per la crescita delle imprese e la creazione di posti di lavoro in settori emergenti dell’economia evoluta e del nuovo contesto mondiale dove digitalizzazione e intelligenza artificiale dominano il mercato del lavoro e delle idee. Sono le opportunità e le sfide di cui si è parlato nell’aula magna di UniOlbia, nell’ambito del ciclo di incontri territoriali promossi da Sardegna Ricerche, organismo intermedio del programma regionale Fesr Sardegna 2021–2027, per presentare bandi e misure previsti nel piano di attività dell’agenzia.
«Qualcuno ha colto delle novità nelle mie dichiarazioni – dice il vicegovernatore e assessore al Bilancio Giuseppe Meloni –, ma voglio ribadire che ci sono una montagna di risorse da spendere. In passato forse si è preferito privilegiare l’utilizzo di fondi regionali rispetto a quelli strutturali, ritengo sia un errore perché le risorse regionali sono da usare per altri fini e si deve evitare di accumulare avanzo di amministrazione, mentre bisogna saper spendere a beneficio del territorio le enormi disponibilità finanziarie dei fondi Fesr, che ammontano a 1,5 miliardi fino al 2027. Ricerca e innovazione, digitalizzazione, intelligenza artificiale ed economia circolare sono settori chiave e bisogna saper cogliere l’occasione di rilancio e le grandi opportunità. Olbia e la Gallura rappresentano da anni luoghi eletti per l’innovazione e lo dimostra il numero di imprese insediate e che si insedieranno in futuro».
L’obiettivo è rafforzare il dialogo con imprese, enti locali, università, centri di ricerca e attori del territorio, promuovendo nuove sinergie all’interno dell’ecosistema regionale dell’innovazione. Un esempio per tutti? Le risorse per progetti innovativi nell’ambito delle biomedicina, con possibili partnership con eccellenze sanitarie come il Mater Olbia. «Siamo in un territorio dove le attività di impresa sono protagoniste in diversi settori economici e le nostre misure sono assolutamente coerenti con la vocazione di questo territorio – sottolinea Carmen Atzori, direttrice generale di Sardegna Ricerche –. Parliamo di tutte le misure che tendono alla transizione digitale ed energetica e al rafforzamento di competenza e competitività delle imprese, con le specificità di questo tessuto economico che potrà trovare nel nostro programma delle giuste opportunità. I nostri rapporti con le università sono ottimi e lavoriamo in sinergia e il programma ci consentirà di sviluppare progetti condivisi anche con partenariati tra imprese e centri di ricerca, anche qui a Olbia».
Il piano di attività affidato a Sardegna Ricerche comprende 29 misure, organizzate secondo quattro obiettivi specifici, e sulla base della dotazione finanziaria di quasi 160 milioni di euro, entro il primo trimestre 2026 saranno pubblicati 28 avvisi, articolati su quattro assi prioritari: ricerca e innovazione, con progetti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione collaborativa, startup e centri tecnologici; digitalizzazione delle Pmi, con il sostegno alla transizione digitale delle micro, piccole e medie imprese; competenze per la specializzazione intelligente, con il rafforzamento delle competenze scientifiche e tecnologiche e la sostenibilità e materiali riciclati, attraverso incentivi a modelli produttivi sostenibili e circolari.
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