
L’accesso al credito può cambiare le sorti di individui, famiglie e comunità. Lo dimostra il nuovo studio d’impatto presentato da PerMicro, la principale realtà italiana attiva nel microcredito, in collaborazione con Triadi, spin-off del Politecnico di Milano specializzato in innovazione e impatto sociale.
Lo studio ha analizzato l’attività di PerMicro tra il 2009 e il 2022, evidenziando come il credito accessibile abbia aiutato oltre 9.000 beneficiari esclusi dai circuiti bancari tradizionali. In 14 anni, l’azienda ha erogato più di 336 milioni di euro in oltre 40.000 prestiti, contribuendo alla creazione di 3.601 posti di lavoro, con particolare impatto su donne, giovani e cittadini migranti.
La presidente di PerMicro, Francesca Giubergia sottolinea: «Siamo una piccola realtà, ma con un impatto misurabile e riconosciuto anche in Europa».
Il rapporto rileva inoltre che nel solo 2024 PerMicro ha sostenuto 3.030 progetti, erogando oltre 35 milioni di euro, con una forte crescita nel supporto a microimprese (+14%) e famiglie (+8%). Quasi il 40% delle imprese finanziate è guidato da donne, e il 31% da giovani sotto i 35 anni.
Secondo i ricercatori, oltre ai benefici individuali, il microcredito ha generato 123 milioni di euro in entrate fiscali e un risparmio di 18,3 milioni in minori sussidi pubblici.
In un’Italia dove ancora oggi quasi 1,3 milioni di cittadini non hanno accesso ai servizi bancari, l’esperienza di PerMicro conferma il potenziale del microcredito come strumento di emancipazione e sviluppo, capace di ridurre le disuguaglianze e costruire un’economia più inclusiva.
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