20 Giugno 2025
Tax Credit Cinema, con il caso Kaufmann stop ai fondi a pioggia?


Credito d’imposta per cinema e audiovisivo, MIC avvia riapertura straordinaria della sessione di presentazione delle domande. La rabbia del ministro Giuli sul caso Kaufmann, presunto omicida e finto regista: “Raddoppia sgomento e rabbia di fronte a un sistema di finanziamenti al cinema che ha consentito in passato leggerezze e sprechi”.

Tax Credit, riaperte le domande per imprese del settore cinema e audiovisivo

La Direzione generale Cinema e audiovisivo del ministero della Cultura ha pubblicato due avvisi di riapertura straordinaria delle sessioni di presentazione delle domande per il credito d’imposta (Tax credit) da parte delle imprese del settore cinematografico e audiovisivo, ma anche per le sale cinematografiche.

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Come illustrato dall’avviso sul sito ministeriale, per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva sarà possibile presentare, alternativamente, richieste in due modalità.

Dal 18/06/2025 e fino alla data di scadenza, che sarà comunicata con successivo avviso: richieste di credito d’imposta per le quali il richiedente intende avvalersi delle disposizioni di cui al decreto del 10 luglio 2024, n. 225, comprensivo delle modifiche apportate dal decreto correttivo.

Dal 18/06/2025 al 28/07/2025: richieste di credito d’imposta per le quali il richiedente intende avvalersi della “disciplina transitoria”, che consente l’applicazione del decreto del 4 febbraio 2021, n. 70 e successive modifiche(fermo restando il versamento delle spese istruttorie), in relazione alle opere per le quali, alla data del 14 agosto 2024, alternativamente: erano stati stipulati contratti, aventi data certa, con fornitori di servizi di media audiovisivi ovvero con distributori cinematografici; erano state realizzate almeno quattro settimane consecutive di riprese ovvero il cinquanta per cento delle giornate di lavorazione.

Tax credit anche per le sale cinematografiche

Una precedente avviso annunciava che (dal 16 giugno 2025 e) fino al 23 giugno 2025 è riaperta la sessione ricognitiva per presentare – tramite la piattaforma DGCOL – le domande di credito d’imposta da parte di esercenti di sale cinematografiche.

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I decreti correttivi Tax credit sono stati disposti ad inizio mese dal ministero della Cultura, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, in risposta alle istanze provenienti dal mondo del cinema e dell’audiovisivo.

Sull’argomento, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, ha dichiarato: “Ci sono state delle distorsioni dovute alla vecchia forma del tax credit e di questo, sollecitati dai protagonisti del settore, abbiamo preso atto della doverosa attenzione da porre per concentrare le risorse, così da arginare la dispersione di soldi. Stiamo ponendo rimedio a tutto questo in un clima costruttivo con gli esponenti del settore”.

Tax credit e fondi facili, il terribile caso Kaufmann: “finto regista” che ha incassato più di 800 mila euro

I tragici fatti di cronaca di questi giorni hanno poi acceso un faro su quelli che sono stati definiti “fondi facili”, in riferimento proprio al modo in cui queste risorse, sotto forma di crediti d’imposta, finiscano nelle mani di sedicenti imprenditori del settore cinematografico e audiovisivo.

Il caso Kaufmann, il cittadino americano indagato per il terribile omicidio di una donna e di una bambina di 11 mesi, è emblematico: sotto il nome di Rexal Ford, fingendosi un regista, l’uomo ha ottenuto un tax credit di 863.595,90 euro per la produzione di un film su Roma, mai realizzato, dal titolo ‘Stelle della notte’.

Il progetto – si legge su lapresse.itè stato presentato da una società di produzione internazionale di Malta, la Tintagel Films Llc, che è appunto quella che si è inventato Kaufmann con la falsa identità di Rexal Ford. Al ministero ha inviato un progetto definito del film, la necessaria revisione contabile dei costi sostenuti, la richiesta di finanziamento e il suo passaporto americano”. Per avere l’ok della direzione cinema del ministero Kaufmann si è fatto assistere da un co-produttore italiano, “la società Coevolutions con sede a Roma e a presentare la domanda è stato il titolare, Marco Perotti”. 

La data del decreto del direttore generale cinema e audiovisivo è del 27 novembre 2020, quando il Ministero dei beni culturali era guidato da Dario Franceschini nel governo Conte bis.

Giuli: “Riformeremo una normativa nelle cui pieghe si sono arricchiti truffatori e forse persone addirittura peggiori

Il fatto, ha spiegato in una nota il ministro Giuli, “raddoppia lo sgomento e la rabbia di fronte a un sistema di finanziamenti al cinema che ha consentito in passato leggerezze e sprechi. Si tratta di ‘distrazioni’ imperdonabili, un’eredità che i governi precedenti ci hanno lasciato rispetto al tax credit. Siamo già intervenuti e stiamo intervenendo con maggiore decisione per riformare una normativa nelle cui pieghe si sono arricchiti truffatori e forse persone addirittura peggiori”.

“Tutto ciò a danno dei contribuenti italiani e dei numerosi operatori dello spettacolo che lavorano in piena legittimità”, ha precisato il ministro nel testo della nota, aggiungendo: Non permetteremo più che questo accada, accerteremo ogni responsabilità e ci comporteremo di conseguenza: con rigore e discernimento, per tutelare l’onorabilità del Cinema italiano e debellare ogni sacca di parassitismo“. 

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Crediti d’imposta, cosa sono e a cosa servono

crediti di imposta, come spiegato dal ministero della Cultura, sono una compensazione dei debiti fiscali e previdenziali delle imprese, calcolata automaticamente sulla base dei costi sostenuti per lo sviluppo, la produzione, la distribuzione nazionale e internazionale di film, opere tv, opere web, videogiochi e per l’apertura o ristrutturazione di sale cinematografiche, per i costi di funzionamento delle sale cinematografiche e per le industrie tecniche.

Un credito d’imposta non è un’erogazione diretta di denaro, ma uno sconto fiscale: il beneficiario può scalare l’importo del credito dalle imposte dovute allo Stato.

Di conseguenza, non c’è un trasferimento di risorse liquide dallo Stato al contribuente, come avviene invece con i fondi diretti (es. contributi a fondo perduto o bandi con erogazione di somme), ma come spiegato dal ministro Giuli nella sua nota critica, si tratta comunque di un danno economico consistente che viene fatto a scapito sia di chi onestamente e con fatica lavora in questo settore meraviglioso, che è il cinema, sia dei contribuenti, cioè i cittadini.

Il problema, qui, è che gli incentivi sono spesso distribuiti ‘a pioggia’, con un’assenza di più validi e stringenti criteri selettivi nell’assegnazione del beneficio, o al rischio che gli incentivi vengano distribuiti in modo indiscriminato, a prescindere dall’effettivo impatto economico, fino alla mancanza di targeting o di valutazione ex ante/ex post dei risultati.
Una questione aperta che chiede di essere regolamentata nel migliore dei modi, magari a seguito di un confronto diretto tra Istituzioni e associazioni di categoria, ma che in queste ore si intreccia in maniera sgradevole e assurda con l’assassinio di una donna e di una bambina di pochi mesi a Roma, una vicenda di violenza e degrado a cui in molti sono chiamati a rispondere.

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