
Dal 1° luglio 2025, il bonus assunzione giovani under 35 cambia: nuovi vincoli per le imprese e obbligo di incremento netto dei dipendenti. Ecco cosa prevede la norma.
Con l’avvio della stagione estiva entrano in vigore nuove regole per chi intende usufruire del bonus assunzione giovani. A partire dal 1° luglio 2025, i datori di lavoro che vogliono ottenere l’esonero contributivo per assumere under 35 dovranno dimostrare un incremento netto del personale. Si tratta di una novità prevista dall’articolo 22 del Decreto Legge n. 60/2024, recepita operativamente dall’INPS con il messaggio n. 1935/2025. Le nuove condizioni segnano un passaggio verso una gestione più rigorosa degli incentivi all’occupazione stabile, introducendo controlli mirati sulla reale efficacia delle agevolazioni.
Cosa prevede il bonus e a chi si rivolge
Il bonus consiste in un esonero totale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, fino a un massimo di 500 euro al mese per 24 mesi. È applicabile ai contratti a tempo indeterminato, comprese le trasformazioni da contratti a termine. L’agevolazione vale su tutto il territorio nazionale e non incide negativamente sul calcolo pensionistico del lavoratore assunto.Sono escluse alcune tipologie di rapporto: apprendistato, lavoro domestico e posizioni dirigenziali. Rientrano invece i contratti in somministrazione, a condizione che siano a tempo indeterminato.
L’incentivo si applica esclusivamente alle assunzioni effettuate tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2024, a favore di giovani under 35 che non abbiano mai avuto un contratto a tempo indeterminato, neppure con altri datori. Questo dettaglio sottolinea l’obiettivo principale della misura: favorire il primo impiego stabile, contrastando la precarietà e sostenendo l’ingresso strutturato dei giovani nel mondo del lavoro. A cambiare, però, è il quadro normativo legato alla fase successiva. A partire da luglio 2025, si apre una nuova fase che richiede agli imprenditori una verifica concreta dell’impatto occupazionale dell’incentivo.
Dal 1° luglio l’esonero vale solo con incremento netto del personale
La novità più rilevante introdotta dal nuovo regime riguarda l’obbligo di incremento netto occupazionale. Per ottenere l’agevolazione, il datore di lavoro deve dimostrare che l’assunzione produce un effettivo aumento dell’organico. Il numero dei dipendenti presenti nel mese in cui si chiede il bonus viene confrontato con la media dei 12 mesi precedenti. Se non c’è un saldo positivo, lo sgravio non è concesso.
Questo vincolo nasce su richiesta della Commissione europea, che ha preteso maggiori garanzie sull’efficacia reale delle misure finanziate nell’ambito dei programmi comunitari. Meccanismi simili sono già stati adottati in altri incentivi, come quelli per l’occupazione femminile e per il Mezzogiorno.
Per garantire il rispetto di questa nuova condizione, l’INPS ha aggiornato il modulo telematico di richiesta, introducendo una dichiarazione sostitutiva ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. 445/2000. Il testo prevede che il datore attesti di rispettare l’obbligo di incremento netto, condizione necessaria per ottenere il beneficio sulle assunzioni effettuate da luglio in poi.
Va chiarito che le assunzioni effettuate nella fase iniziale, tra settembre e dicembre 2024, non sono soggette a questo vincolo. Per loro resta valido il regime originario, più semplice, pensato per offrire un accesso rapido all’incentivo senza condizioni aggiuntive.
Nel complesso, la nuova normativa si inserisce in un piano più ampio di politiche attive per il lavoro, che comprende anche il Programma GOL, gli incentivi per il Sud e le misure previste dal Decreto Coesione. Le circolari INPS n. 90 e 91/2025 chiariscono in dettaglio le fasi di transizione e le differenze operative tra le due fasi. Per le imprese, significa che sarà fondamentale valutare attentamente il momento dell’assunzione, tenendo conto delle condizioni richieste e della sostenibilità dell’organico aziendale.
Il bonus, se usato in modo corretto, resta uno strumento strategico per stimolare l’occupazione giovanile. Ma le nuove regole puntano a evitare distorsioni, concentrando l’agevolazione su chi contribuisce davvero alla crescita del lavoro stabile.
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