22 Giugno 2025
Viviamo una nuova stagione di protagonismo produttivo: ecco la Puglia che cresce


I dati della Svimez confermano ciò che, da osservatori quotidiani del mondo produttivo pugliese, percepiamo da tempo: il Mezzogiorno continua a vivere una condizione di ritardo strutturale rispetto al Centro-Nord, ma al tempo stesso manifesta – in regioni come la Puglia – una sorprendente capacità di resilienza e di crescita. Una vitalità che non nasce per caso, ma è il frutto di politiche pubbliche regionali coraggiose, dell’iniziativa privata e di un tessuto economico e sociale che ha saputo adattarsi e reagire anche nei momenti più difficili. Ne abbiamo vissuti e ne vivremo altri, visto il clima di grande incertezza internazionale, dalla questione dei dazi ai drammatici scenari di guerra, una concreta minaccia sul futuro globale.

Nel quinquennio 2019-2023, la Puglia è stata la regione italiana con la maggiore crescita del PIL (+6,1%) grazie a investimenti pubblici (PNRR, fondi strutturali ecc.), privati e alla tenuta dei servizi e delle costruzioni. Nel 2024 ha toccato il massimo storico di occupati, superando – e per la prima volta in modo strutturale – la media del Sud. È un risultato che, come sistema camerale, non possiamo che riconoscere e valorizzare.

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Tuttavia, non possiamo ignorare i ritardi accumulati nell’attuazione del Pnrr. La mancata attivazione di oltre metà delle gare in Puglia (il 56%, secondo gli ultimi dati), ci dicono chiaramente che avremmo potuto fare di più, e meglio, per migliorare le nostre infrastrutture, innovare i servizi, accompagnare il tessuto produttivo verso un futuro più competitivo. Il sistema camerale, che ha le competenze e il contatto diretto con le imprese, avrebbe potuto e potrebbe ancora essere maggiormente coinvolto in questa sfida. Lo diciamo non per recriminare, ma per rilanciare. Ѐ urgente correggere la rotta, rafforzare la governance territoriale del Pnrr e garantire che ogni euro disponibile diventi sviluppo reale e misurabile, soprattutto per le aree che più ne hanno bisogno. D’altronde l’incontro organizzato dal presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci, con l’on. Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, si muove proprio in questa direzione.

Tornando ai dati Svimez, la Regione Puglia ha fatto la sua parte, con strumenti concreti e mirati che il mondo produttivo ha saputo cogliere con straordinaria reattività. Solo nel primo trimestre del 2025 le domande di incentivi sono aumentate di oltre il 50%. Un dato che indica fiducia, dinamismo e voglia di investire da parte delle imprese pugliesi.

Questo vale anche – e soprattutto – per il mondo agricolo. Il nuovo Csr 2023–2027 ha portato risorse significative nei campi e nei frantoi della nostra terra, con interventi mirati sugli oliveti colpiti dalla Xylella, sulla vitivinicoltura, sull’agrumicoltura e sull’agricoltura sociale. Non si tratta solo di aiuti economici, ma di investimenti che rafforzano la sostenibilità ambientale, la tenuta economica e l’identità culturale dei nostri territori.

Il turismo, poi, rappresenta un capitolo fondamentale. La Puglia è oggi una delle mete più attrattive d’Europa. Ma per consolidare questo successo è necessario investire su formazione, destagionalizzazione, sostenibilità ambientale e rigenerazione urbana. Il turismo deve dialogare in modo sempre più integrato con l’agroalimentare, l’artigianato, la cultura.

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Tuttavia, non possiamo ignorare le fragilità ancora presenti. Molti settori strategici vivono una fase di trasformazione complessa. La manifattura e l’automotive, in particolare nell’area barese, stanno affrontando un ridimensionamento strutturale che impone un riposizionamento verso le nuove tecnologie della mobilità. Il tessile e calzaturiero, da Barletta a Casarano, è messo alla prova da un calo della domanda e dell’export. La filiera ittica è in difficoltà per la riduzione del pescato e la concorrenza dei mercati esteri. L’agricoltura tradizionale fatica a sostenere i costi e garantire redditi adeguati. E il fenomeno del lavoro povero resta un nodo aperto: una crescita che non si accompagna a qualità del lavoro non può dirsi completa.

È per affrontare queste sfide che proponiamo un salto di qualità nella governance dello sviluppo regionale. È il momento di aprire una nuova stagione, fondata sul protagonismo produttivo condiviso. Come Unioncamere Puglia, crediamo sia necessario un modello permanente di confronto tra Regione, Camere di Commercio, associazioni di categoria, università e sindacati, per definire insieme le priorità strategiche, semplificare i processi e costruire strumenti più efficaci.

L’auspicio è chiaro: passare da una fase di sostegno frammentario a una stagione di programmazione articolata e condivisa, dove ogni attore istituzionale, economico e sociale sia parte attiva del cambiamento. La Puglia ha tutte le condizioni per diventare un modello di sviluppo moderno, inclusivo e sostenibile. Una Puglia dove sviluppo e partecipazione camminano di pari passo, e dove le imprese – tutte – si sentano protagoniste del proprio futuro.



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