
Un importante passo avanti per gli incentivi auto elettriche 2025 in Italia. Via libera alla proposta italiana di revisione tecnica del PNRR
Dopo l’annuncio del Governo italiano della rimodulazione dei circa 600 milioni di euro del Pnrr come bonus per l’auto elettrica, si attendeva il via libera centrale. Quello europeo, che ora è arrivato. L’Ecofin – il Consiglio economia e finanza dell’Unione europea, composto dai ministri dell’Economia degli Stati membri – ha accolto la valutazione della Commissione europea sulla quinta revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano.
Più soldi per la sostenibilità del trasporto
Una modifica che porta il tesoretto a 1,2 miliardi di euro, il doppio, ma che permetterà investimenti anche per lo sviluppo dell’economia circolare dei rifiuti e come incentivo all’acquisto di automobili a basso impatto ambientale. In realtà, come avevamo raccontato sulle nostre pagine, quei soldi in origine erano destinati all’installazione di colonnine elettriche per favorire la mobilità elettrica. Ma a quanto pare, lo scarso interessato dimostrato da parte delle imprese italiane, ha portato l’esecutivo ad utilizzarli come bonus auto elettrica. Insomma un incentivo per comprare BEV a prezzi scontati, sostituire il parco circolante come mezzi ad emissioni zero.
Ora, la cifra messa sul piatto di 1,2 mld non servirà solo ad incentivare gli italiani a comprare auto elettriche nuove, ma solo la metà di essi, 597 milioni di euro si trasformeranno in ecobonus, con rottamazione di auto endotermiche. Con l’ok di Ecofin questi fondi saranno messi a disposizione, per la sostituzione di circa 39mila veicoli a combustione interna con altri full electric.
Si lavora al MASE per il bonus auto
L’iter prevede che spetti al MASE di redigere il decreto che darà ufficialmente avvio alla campagna di rottamazione auto con scadenza 30 giugno 2026, che coincide con la scadenza per l’utilizzo dei fondi Pnrr. Un’iniziativa del governo – Programma di rinnovamento della flotta di veicoli privati e commerciali leggeri con veicoli elettrici – che in realtà non è piaciuta proprio a tutti. Infatti se il bonus consentirà di vendere le BEV, per circa un anno, lascerà comunque senza una soluzione immediata uno dei problemi che sta lasciando l’Italia al palo rispetto alla media europea, per quanto riguarda la quota di elettriche: le infrastrutture di ricarica.
A quanto ammonta il bonus?
Sul territorio ce ne sono circa 65mila, ma non sono presenti in modo adeguato in tutte le regioni. C’è una presenza discontinua che non incentiva gli italiani alla transizione, oltre al prezzo d’acquisto delle auto elettriche, tendenzialmente più alto di circa il 30% in media. Ma le agevolazioni dovrebbero prevedere bonus fino a 11.000 euro per chi ha un ISEE inferiore a 30.000 euro e fino a 9.000 euro per la fascia compresa tra 30.000 e 40.000 euro. Stiamo usando il condizionale perché, in verità, i tecnici del ministero stanno ancora lavorando a questi dettagli, ma la misura sarebbe legata all’Isee, cioè all’Indicatore della situazione economica equivalente calcolato dall’Inps in base al reddito, patrimonio e componenti della famiglia. La cifra prevista dovrebbe riuscire a coprire un terzo o meno del prezzo finale del veicolo.
Benefici anche alle microimprese?
Il contributo economico potrebbe essere estato anche alle microimprese che intendono comprare veicoli commerciali destinati al trasporto merci, di categorie N1 e N2, rispettivamente fino a 3,5 e 12 tonnellate di massa). La misura potrebbe essere fissata al 30% del veicolo elettrico, con un limite di 20mila euro. Sembra inoltre, che il bonus sarebbe limitato solo ad alcune aree geografiche, quelle con un maggior livello di inquinamento, con forte densità di popolazione. Ma si tratta di informazioni che i tecnici del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica stanno ancora studiando.
Altri interventi sostenibili
Oltre all’intervento per la rottamazione della vecchia auto a combustione, si prevedono maggiori investimenti per gli impianti di biometano per sviluppare l’economia circolare dei rifiuti e la rimodulazione degli investimenti per potenziare o sostituire tratte ferroviarie strategiche.
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