23 Giugno 2025
De Matteis (Kiton): basta alibi, serve un esame di coscienza – LaConceria


Filiera produttiva in difficoltà? “Sì, ma occorre fare un esame di coscienza. Aziende che producono per un solo committente, senza margini…”. Antonio De Matteis, CEO di Kiton (nella foto) e presidente di Pitti Immagine, striglia gli imprenditori. “Diamo sempre la colpa agli altri. C’è sempre un alibi. Dobbiamo analizzare le imprese e le strategie”. Come e perché ce lo spiega in questa intervista esclusiva.

Imparare a dividere i rischi

È preoccupato per la filiera produttiva?
La filiera è sicuramente in difficoltà, lo riconosco. Però gli imprenditori devono farsi un esame di coscienza. Perché affidare la produzione di un’azienda a un solo marchio è un grandissimo rischio. Oggi la crisi di alcuni marchi è la crisi della nostra filiera. Gli imprenditori devono imparare a dividere i rischi. Questo è il mio suggerimento. Capisco il loro momento, però se avessero diviso i rischi, forse oggi, non ci sarebbe questa situazione. Oggi ci lamentiamo di alcuni brand in difficoltà e la filiera, sfortunatamente, è in difficoltà. Però quando tre anni fa ci andavi a parlare non avevano spazio produttivo. Non 100 anni fa: due o tre anni fa…

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Non è un problema anche di margini? Visto che quelli concessi dai brand sono sempre all’osso?
Non bisogna produrre senza margini. Chiedo scusa, ma non voglio sentire certe cose. È follia lavorare senza margini.

Però le PMI della filiera hanno molto potere contrattuale con i marchi…
Dipende dalla qualità che fanno. Se è una qualità vera, quella che la gente vuole, i brand devono essere disposti a pagarla. Altrimenti vuol dire che non era qualità vera.

 

 

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La qualità è la chiave di tutto

Quindi la chiave è la qualità?
Sì, a tutti i livelli. Che non vuol dire che bisogna fare sempre massima qualità. Vuol dire che il rapporto qualità-prezzo deve essere eccellente.

Ma è una qualità che il consumatore finale percepisce?
La riconosce: sì. Le aziende che sono riconosciute sul mercato per una qualità costante vanno bene. Ci sono tante piccole aziende che stanno crescendo del 20-30%. Non solo grandi nomi. Sono aziende che hanno fatto il prodotto giusto al prezzo giusto. Quindi non è solo una questione di altissimo livello. Sono aziende che si sono create il loro piccolo marchio. È quello che suggerisco ai tanti colleghi della filiera: specializzarsi e creare i loro marchi.

Non fare il lavoro facile

Quindi, qual è la soluzione?
In momento difficile, ma anche quando torneranno i momenti buoni, la soluzione è quella di non fare il lavoro facile. Perché avere tutte le commesse da un cliente è una cosa bellissima, facilissima. Si lavora con tranquillità, però poi il mondo ha i suoi cicli…

Lei ci crede nel reshoring?
Più che altro me lo auguro. Però bisogna pensare che oggi il know how non si ricrea in un secondo. Ci vuole la capacità produttiva, chi sa fare il prodotto. Ci vogliono le persone e oggi trovare le persone non è semplicissimo. Noi abbiamo iniziato 25 anni fa con la scuola dei sarti. Oggi siamo abbastanza tranquilli, ma vediamo in giro che c’è qualche problema.

I dazi

Quanto pesano i dazi USA?
Per il momento noi di Kiton non abbiamo subito nessun contraccolpo. Speriamo che una volta presa una decisione, sia quella. Occorre chiarezza. Mio nonno mi ha insegnato che quando c’è una legge, questa vale per tutti: “Mal comune mezzo gaudio”. Quando l’IVA è passata dal 20 al 23% è cambiato qualcosa? Niente.

Si parla tanto dei dazi interni europei: cosa ne pensa?
Non diamo sempre la colpa agli altri: analizziamoci! Gli imprenditori devono avere il coraggio di analizzarsi. Altrimenti diventa tutto un alibi.

Kiton e la pelle

In Kiton come stanno andando i prodotti in pelle?
L’azienda sta andando bene e continua a crescere. Siamo fiduciosi per il 2025 perché potremo continuare a crescere. Nei primi 3 mesi le vendite nei negozi sono in crescita dell’11%. Anche le calzature e le borse seguono questo trend.

C’è in previsione uno sviluppo di queste linee?
Sì, ci stiamo lavorando ormai da anni. Abbiamo un calzaturificio interno e siamo in partnership con un’azienda che produce borse. Siamo sempre più spinti a incrementare gli spazi produttivi sia per le scarpe sia per la pelletteria. (mv)

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