
La svolta ecologista nelle città rischia di essere solo un ricordo, almeno dove al governo ci sono i partiti di destra. A lanciare l’allarme è l’eurodeputata Rosa Serrano Sierra (S&D), che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea denunciando una sistematica inversione di rotta in materia di mobilità sostenibile da parte delle amministrazioni guidate dalle destre.
L’accusa è chiara: piste ciclabili smantellate, zone pedonali riaperte al traffico e potenziamento della mobilità dei veicoli a motore. Tutto questo dopo anni in cui, anche grazie ai fondi europei, numerose città avevano avviato un percorso verso una mobilità più sostenibile, accelerato durante e dopo la pandemia. Ora, invece, molte di quelle misure vengono cancellate, vanificando gli sforzi compiuti e mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi previsti dai futuri Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (SUMP), obbligatori entro il 2027 secondo il nuovo Regolamento TEN-T (Regolamento UE 2024/1679).
La risposta della Commissione, firmata dal Commissario Tzitzikostas, conferma, però, che la mobilità urbana sostenibile resta una priorità dell’UE, non solo per ridurre l’inquinamento e il traffico, ma anche per migliorare la qualità della vita nei centri urbani. Bruxelles, in particolare, ha sottolineato come i SUMPs siano obbligatori per ben 431 nodi urbani e che debbano includere misure concrete per promuovere la mobilità attiva, come camminare e andare in bicicletta.
Tuttavia, la Commissione chiarisce che l’attuazione concreta di tali misure resta competenza delle autorità locali e nazionali. In altre parole, anche se l’UE fornisce il quadro normativo e incentiva la mobilità sostenibile, non può impedire a un’amministrazione locale di rimuovere una pista ciclabile o riaprire una strada alle auto.
foto Al Gг da Pixabay.com
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