
Le detrazioni per i bonus di ristrutturazione per la casa possono essere richieste dal professionista e dal lavoratore autonomo con partita Iva? Grazie all’agevolazione concessa dal bonus ristrutturazione e dall’ecobonus è possibile effettuare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e interventi per il recupero del patrimonio edilizio sull’immobile ricevendo in cambio un rimborso del 50% se si tratta dell’abitazione principale (beneficio che scende al 36% se si tratta, invece, di seconde case). Per averne diritto però, è necessario avere capienza fiscale.
Le agevolazioni fiscali che, a oggi, sono riconosciute per lavori edilizi nella propria casa sono molto interessanti, a partire dal bonus ristrutturazioni che prevede una detrazione del 50% delle spese sostenute su un tetto massimo di spesa di 96.000 euro. Ci sono, però, anche altri bonus che riconoscono percentuali di detrazioni similari, come l’ecobonus. Ci sono poi dei bonus che vengono “trainati” da quelli principali, come ad esempio il bonus mobili ed elettrodomestici legato al bonus ristrutturazioni. Senza contare che nelle varie agevolazioni edilizie rientrano anche interventi minori come la sostituzione degli infissi o l’installazione di tende o condizionatori, senza che questi siano legati, per forza, alla ristrutturazione dell’intero immobile.
Insomma, i bonus edilizi offrono un ventaglio di possibilità abbastanza ampio per fare degli interventi di riqualificazione dell’immobile ottenendo degli sconti importanti.
Fino al 16 febbraio del 2023 queste agevolazioni potevano essere fruite anche direttamente come sconto in fattura o cessione del credito, cosa che permetteva di spendere meno proprio in partenza. In questo modo i bonus edilizi erano alla portata anche di chi non aveva capienza fiscale. Dal 17 febbraio 2023, invece, l’unico modo per fruire dei benefici è tramite le detrazioni fiscali.
Stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura
Con sconto in fattura e cessione del credito tutti, indistintamente, potevano beneficiare dei bonus edili e degli sconti che prevedevano. Ma dal 17 febbraio 2023 l’unico modo per godere delle detrazioni da bonus edili è tornato a essere proprio la dichiarazione dei redditi in base alla propria capienza fiscale.
Questa novità, ovviamente, ha portato molti disagi per i contribuenti che speravano di poter risparmiare sugli interventi di ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile perché, anche se la percentuale del beneficio è rimasta pressoché invariata, gli importi spettanti si ottengono solo dopo aver sostenuto l’intera spesa. E, tra l’altro, il recupero delle somme è spalmato su più anni. Senza considerare che ci sono dei contribuenti che dalle detrazioni sono esclusi e non possono, quindi, beneficiarne.
Bonus edili e capienza fiscale
A poter beneficiare dei bonus edilizi sono, a oggi, tutti coloro che versano l’Irpef, perché i bonus in questione si configurano come una detrazione dall’imposta. Si tratta, quindi, di uno sconto applicato sull’imposta, ma solo fino a capienza fiscale. Questo significa che se la detrazione spettante è maggiore dell’imposta dovuta, parte dell’agevolazione andrà perduta perché può essere goduta solo nel limite dell’Irpef che si deve versare.
Facciamo un esempio pratico. Un contribuente paga 10.000 euro di Irpef e ha diritto a una detrazione di imposta pari a 20.000 euro. La detrazione di cui potrà godere sarà nel massimo dei 10.000 euro di imposta che versa. Gli altri 10.000 euro andranno perduti.
Nelle detrazioni da bonus edili, però, solitamente il beneficio va ripartito in più annualità in dieci quote di pari importo riconosciute annualmente, e questo permette di spalmare il diritto su più anni abbassando anche la capienza fiscale necessaria.
Partite Iva: possono beneficiare dei bonus edilizi?
A beneficiare delle detrazioni fiscali dei bonus edilizi, come abbiamo detto, sono tutti coloro che hanno redditi assoggettati all’Irpef. Di fatto, quindi, lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi rientrano nel diritto. Per le Partite Iva, però, bisogna fare un distinguo visto che non tutte sono tenute al versamento dell’Irpef.
Gli autonomi che hanno scelto la tassazione ordinaria per la propria Partita Iva possono beneficiare di detrazioni e deduzioni proprio come i lavoratori dipendenti. Questo perché i lavoratori autonomi che hanno una Partita Iva ordinaria pagano l’Irpef sui redditi prodotti. Discorso diverso, invece, per chi ha aderito al regime forfetario.
Forfetari esclusi dai bonus
I lavoratori autonomi con regime forfetario, anche se ristrutturano la propria casa non hanno diritto alle detrazioni perché il loro reddito non è soggetto alla tassazione Irpef. Questi contribuenti versano un’imposta sostitutiva che varia dal 5% al 15%. Ma non versano l’Irpef sui redditi prodotti con Partita Iva, e proprio per questo non hanno diritto a nessuna detrazione dall’Irpef.
Questo è un ostacolo che esclude permanentemente i contribuenti forfetari dalla fruizione dei bonus edili? No, li esclude soltanto per quel che riguarda i redditi che non sono assoggettati all’Irpef.
Se un contribuente forfetario, infatti, ha anche altri redditi, oltre quelli di lavoro autonomo, sui quali versa l’Irpef, su questi redditi ha diritto di fruire anche delle detrazioni Irpef. Potrebbe trattarsi di redditi da lavoro dipendente (i forfetari, infatti, fino a 30.000 euro l’anno, possono percepire anche redditi da lavoro subordinato sui quali versano l’Irpef), redditi da locazione, da capitale o da fabbricati.
Ma attenzione: in questo caso la detrazione spettante sarà riconosciuta fino a concorrenza della capienza fiscale riferita solo ai redditi su cui si versa l’Irpef. Questo è chiarito anche dalla circolare 24/E dell’8 agosto 2020 che recita:
“qualora i soggetti titolari di redditi assoggettati a tassazione separata o a imposta sostitutiva possiedano anche redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo, potranno utilizzare direttamente il Superbonus in diminuzione dalla corrispondente imposta lorda”.
Bonus ristrutturazione, si accede anche in modo indiretto
Cosa possono fare, invece, i contribuenti forfetari che non hanno altri redditi assoggettati all’Irpef? Ricordiamo che in questo caso l’unico modo per poter fruire dei bonus ristrutturazioni è quello indiretto, ovvero attraverso i familiari conviventi. Moglie, marito o eventuali partner conviventi che hanno capienza fiscale che gli permette di beneficiare della detrazione, per poterlo fare devono sostenere le spese per la ristrutturazione (intestatari delle fatture, quindi, e ordinanti dei bonifici di pagamento). In questo caso bisogna fare attenzione perché per i familiari non è prevista una maggiorazione alla detrazione spettante per gli interventi realizzati sull’abitazione principale e in questo caso potrebbero avere diritto solo al 36% di agevolazione, invece che al 50%.
Quali familiari conviventi possono fruire delle agevolazioni fiscali dei bonus edilizi? Possono essere coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo, ma anche coniuge separato assegnatario dell’immobile e componente dell’unione civile.
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