
La principale funzione economica svolta dalla banca consiste nel trasferire risorse finanziarie (cioè, moneta) dai soggetti che ne dispongono (“in surplus”) a quelli che, invece, ne difettano (“in deficit”), ponendosi come controparte di ciascuno di essi. Questa funzione, detta di intermediazione, è esercitata attraverso la raccolta di fondi dai risparmiatori e la concessione di prestiti a imprese e famiglie, per le loro esigenze di investimento e consumo.
In un’economia senza intermediari finanziari, un’impresa che ha bisogno di finanziamenti per un progetto di investimento dovrebbe raccogliere risorse finanziarie presso un grande numero di singoli risparmiatori, il che comporterebbe per l’impresa costi elevati.
A loro volta, i risparmiatori che eventualmente volessero investire le proprie risorse finanziarie direttamente, senza ricorrere all’ausilio di un intermediario finanziario, attraverso il finanziamento di un progetto di investimento di un’impresa, dovrebbero valutare individualmente la probabilità di successo del progetto stesso e la capacità del debitore di restituire il finanziamento (il cosiddetto “merito di credito”), seguire l’impresa nel corso della realizzazione dell’investimento e verificare il regolare andamento dei pagamenti degli interessi e la restituzione del capitale prestato.
La banca, in qualità di intermediario finanziario, si sostituisce a ciascun risparmiatore consentendo una riduzione dei costi connessi alla raccolta delle informazioni, alla valutazione e al controllo del merito di credito del debitore.
Inoltre, se il soggetto che chiede il prestito (detto anche “fido”) ha un deposito presso la banca, quest’ultima ha il vantaggio di poter acquisire informazioni sul merito di credito dell’impresa attraverso l’esame della movimentazione del conto corrente. Una volta concesso il fido, l’andamento della relazione di credito tra banca e cliente (“affidato”) produrrà ulteriori informazioni che potranno essere utilizzate dalla banca per il rinnovo o la concessione di altri fidi. Le imprese che hanno difficoltà ad accedere direttamente ai mercati finanziari, possono più facilmente ottenere finanziamenti dalle banche, proprio perché queste possono contare su un vasto patrimonio informativo derivante dalle loro relazioni con i clienti.
L’attività di intermediazione svolta dalle banche avviene tramite la cd. trasformazione delle scadenze. La banca raccoglie risorse in forma di depositi presso il pubblico, tipicamente rimborsabili “a vista”, cioè su richiesta del depositante, e li trasforma in attività finanziarie solitamente meno liquide, come i prestiti, che di solito hanno durata superiore all’anno. Poiché non tutti i depositanti prelevano contemporaneamente i loro fondi, la banca è in grado di utilizzare parte della raccolta per finanziare attività anche a più lunga durata, come i prestiti alle imprese e i mutui alle famiglie, e consente ai risparmiatori di effettuare pagamenti o prelevamenti di risorse in qualsiasi momento.
Rispetto ai singoli risparmiatori, la banca ha il vantaggio di poter diversificare maggiormente i rischi. Molti risparmiatori che dispongono di fondi limitati non vogliono investire tutti i propri risparmi in un prestito a una sola impresa, poiché il rischio sarebbe troppo elevato. Le banche hanno invece una dimensione sufficiente per poter effettuare prestiti a molte imprese – di settori e luoghi diversi – in modo da limitare la probabilità che tutte quante possano trovarsi contemporaneamente in difficoltà. Oltre a concedere prestiti a imprese e famiglie, le banche, acquistano attività finanziarie di varia natura: detengono titoli, effettuano operazioni interbancarie, concedono finanziamenti ad altri intermediari finanziari.
I fenomeni che abbiamo descritto – cioè la riduzione dei costi di informazione e di gestione della liquidità e la maggiore diversificazione dei rischi – accrescono le risorse finanziarie disponibili per il sistema economico. Alcuni studi di confronto internazionale hanno evidenziato che sistemi finanziari più efficienti e sviluppati favoriscono la crescita economica.
Le caratteristiche delle passività bancarie, in larga parte prelevabili a vista e utilizzabili per effettuare pagamenti, sono alla base della fragilità intrinseca dei sistemi bancari. Se i depositanti decidono contemporaneamente di prelevare i loro fondi le banche possono trovarsi in difficoltà. Se questo accade a una singola banca, il resto del sistema può fornire la liquidità necessaria; se vengono invece coinvolte più banche, la crisi potrebbe divenire sistemica.
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