26 Giugno 2025
Credito ricerca e sviluppo, dalla giurisprudenza le coordinate per misurare l’innovazione di un’impresa


Dopo anni di accertamenti, incertezza interpretativa e contenziosi sempre più estesi, il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo – soprattutto per le annualità 2015 – 2019 – sembra finalmente avviarsi verso una fase di stabilizzazione. Due recenti e rilevanti pronunce della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Lombardia (nn. 883/2025 e 1482/2025), affiancate dalla sentenza della Cassazione penale 16532 del 5 maggio 2025, tracciano un solco netto: l’innovazione ammessa al beneficio non deve essere “assoluta”, ma sufficiente a rappresentare uno sforzo verso il superamento di ostacoli scientifici o tecnici rilevanti in relazione allo stato delle conoscenze a cui l’impresa può avere accesso. Il principio di “novità relativa” viene così finalmente riportato al centro della scena. Una lettura che allinea l’impostazione italiana con quella più consolidata a livello comunitario e rilancia il ruolo della certificazione tecnica come presidio probatorio avanzato. Ma soprattutto ridisegna, con implicazioni concrete, la linea di confine tra crediti “inesistenti” e crediti “non spettanti”, con effetti importanti su termini, sanzioni e responsabilità.



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Microcredito

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