
Nel 2023, l’Italia ha rafforzato il proprio ruolo come destinazione chiave per gli investimenti spagnoli, registrando uno stock di Investimenti Diretti Esteri (IDE) pari a 16,9 miliardi di euro, con una crescita dell’8,5% su base annua. Questo incremento ha generato e mantenuto oltre 77.120 posti di lavoro, segnando un +8% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dalla seconda edizione del “Barometro sul contesto e sulle prospettive degli investimenti spagnoli in Italia”, presentato a Roma dalla Camera di Commercio di Spagna in Italia, insieme alla Camera di Commercio di Spagna e all’Ambasciata di Spagna in Italia.
Secondo il report realizzato da Analistas Financieros Internacionales (AFI), l’Italia rappresenta oggi il 2,7% dello stock totale di IDE spagnoli all’estero, posizionandosi al dodicesimo posto tra le economie destinatarie. I settori più attrattivi per gli investitori iberici sono le telecomunicazioni (con il 31,4% degli investimenti), la fornitura di energia e l’industria agroalimentare.
Il 2023 è stato un anno particolarmente dinamico: i flussi di IDE spagnoli verso l’Italia sono cresciuti del 60%. Il 2024 mostra un rallentamento fisiologico, con una flessione del 15,4% e investimenti per 461 milioni di euro. Tuttavia, si conferma la fiducia delle imprese spagnole nel sistema italiano: il 95% delle aziende intervistate lo ritiene un mercato strategico, l’85% prevede di restare almeno per i prossimi cinque anni.
Alla presentazione del Barometro hanno partecipato rappresentanti di primo piano delle istituzioni italiane e spagnole, tra cui il Ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha ribadito l’importanza degli IDE come “leva strategica per la crescita e la competitività”. Il Ministro spagnolo dell’Agricoltura Luis Planas ha invece sottolineato la centralità del settore agroalimentare, che nel 2024 ha registrato oltre 8 miliardi di euro di esportazioni verso l’Italia.
Dallo studio emerge inoltre che più della metà delle imprese spagnole prevede di aumentare l’organico e avviare nuovi progetti in Italia, in particolare nelle regioni Lazio e Lombardia. L’ecosistema digitale italiano è stato valutato positivamente (3,6 su 5), così come l’opportunità di accesso a mercati terzi grazie alle sinergie con imprese italiane.
“Retelit rappresenta un caso concreto di investimento industriale estero in Italia in un settore ad alta rilevanza strategica come quello delle telecomunicazioni e delle infrastrutture digitali. Grazie al supporto ed alla strategia di investimento del suo azionista Asterion Industrial Partners, Retelit ha consolidato in pochi anni una posizione di leadership nel segmento B2B, con oltre 800 dipendenti, 65.000 clienti, una rete proprietaria di 47.000 km in fibra ottica e oltre 35 data center tra cui l’Avalon Campus di Milano da cui transita l’80% del traffico Internet italiano. Attraverso una strategia di crescita per linee esterne, l’azienda ha recentemente sottoscritto un accordo preliminare per l’acquisizione degli asset e delle attività italiane di BT Italia che nel 2024 hanno generato ricavi per circa €160M e ha affiancato il Ministero dell’Economia e delle Finanze nell’operazione Sparkle del valore complessivo di 700 milioni di euro. Due operazioni che rafforzano il ruolo dell’Italia come hub digitale del Mediterraneo e che confermano l’orientamento industriale di lungo periodo del gruppo”, ha dichiarato la presidente di Retelit, Roberta Neri (nella foto), nel corso dell’evento.
“Investiamo in modo strutturale per accompagnare la transizione digitale del sistema produttivo nazionale, puntando su cloud, cybersecurity e data center, con un forte focus sulla sostenibilità e sull’efficientamento energetico degli asset infrastrutturali“. ha concluso la Neri.
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