28 Giugno 2025
Gli avanzi del Pnrr per alleggerire le bollette delle imprese


C’è la conferma: si lavora a una ristrutturazione del Pnrr per adoperare parte dei fondi che non verranno spesi per aiutare le imprese e alleggerire le bollette energetiche. L’operazione, di cui si stanno definendo i dettagli, dicono autorevoli fonti, sarebbe possibile grazie al varo di un nuovo regolamento Ue, fortemente voluto dalla Germania, che consentirà agli Stati di usare queste risorse.

Come chiariscono nei corridoi delle stanze del governo, in questi giorni sono in corso interlocuzioni con tutte le amministrazioni titolari e con i servizi della Commissione europea, che saranno a Roma dal 30 giugno al 4 luglio nell’ambito della settimana di incontri pianificati dalla Struttura di missione Pnrr di Chigi (la cabina di regia che gestisce i fondi del NextGenerationEu) finalizzati anche alla prossima revisione del Piano. L’obiettivo evidente è quello di utilizzare nel modo “più ampio ed efficace possibile” – spiegano le stesse fonti – con interventi mirati per rafforzare la competitività e la crescita economica.

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E così, mercoledì prossimo la Commissaria europea alla concorrenza, Teresa Ribera, presenterà un nuovo regolamento che promette di cambiare le regole Ue sugli aiuti di Stato alle imprese: il Clean industrial deal State aid framework (Cisaf). La misura principale è lo sgravio temporaneo del prezzo dell’elettricità: i governi europei potranno coprire fino al 50% del prezzo medio annuo all’ingrosso dell’energia per le imprese energivore, a patto che il prezzo superi i 50 euro per megawattora. Un limite che in Italia è già abbondantemente superato, visto che siamo oltre i cento euro. L’articolo 107 del Trattato sull’Unione europea vieta in linea di principio le sovvenzioni statali alle imprese, allo scopo di evitare distorsioni della concorrenza nel mercato unico. Ma la riforma del Cisaf  e il nuovo regolamento sanciscono una deroga che, di fatto, legittima il sostegno statale all’industria con denaro pubblico. 

Per ottenere gli sconti in bolletta, però, le aziende dovranno reinvestire metà degli aiuti ricevuti in progetti di decarbonizzazione. Una garanzia pensata per legare i sussidi a obiettivi ambientali e contrastare la dipendenza dai combustibili fossili, coerenza con il quadro generale del New Green deal in cui si inserisce il Cisaf. La misura potrebbe giocare anche a favore delle imprese italiane e del governo Meloni, a patto però che si trovino i fondi da destinare al progetto. Già in una lettera risalente al 19 giugno Confindustria, insieme alle organizzazioni dei datori di lavoro di altri 10 Paesi, lamentava un insufficiente orientamento del Cisaf al sostegno alle industrie altamente energivore (acciaio, metalli, chimica). Confindustria ha stimato un aggravio di costi per imprese e famiglie pari a 10 miliardi di euro, ma non è un caso che la misura sia stata fortemente voluta da Berlino: secondo l’ultimo rapporto Arera l’Italia è seconda solo alla Germania per il costo dell’energia. 

L’esecutivo sarebbe pronto a giocare la carta del Pnrr, dirottando sugli aiuti alle imprese quei fondi imbarcati in progetti che difficilmente vedranno la luce entro il 30 giugno 2026, termine ultimo per la realizzazione e la rendicontazione di tutti gli interventi. All’opposizione però questo rimpasto non convince: si teme che il Piano possa perdere le sue caratteristiche iniziali. “Attenti a non pasticciare troppo”, è quanto raccomanda Alessandro Alfieri, responsabile per le riforme e il Pnrr del Pd. “Il Pnrr è un progetto strutturale e la componente a bonus è già stata ampiamente utilizzata, attenti a non perdere le risorse”. 



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