
L’imprenditore di Sassari è stato assolto nei giorni scorsi.
Nel giugno 2020, in piena emergenza sanitaria, un piccolo imprenditore di Sassari aveva presentato un’istanza all’Agenzia delle Entrate per accedere ai contributi a fondo perduto previsti dal governo a sostegno delle attività economiche colpite dalla pandemia.
La richiesta era accompagnata dalla documentazione relativa al confronto tra il fatturato di aprile 2019 e quello di aprile 2020. In questo modo si attestava il calo di ricavi necessario per accedere al beneficio.
Secondo l’accusa, però, la sua azienda di rivendita auto, situata nella zona industriale di Predda Niedda, sarebbe stata già formalmente in liquidazione. Già prima dello stato di emergenza dichiarato il 31 gennaio 2020. Di conseguenza, sempre secondo la tesi dell’accusa, il titolare avrebbe simulato l’attività per ottenere indebitamente un contributo non spettante, per un importo complessivo di 9.416 euro.
La Procura aveva sostenuto che il richiedente non avesse diritto ad accedere al fondo perché la sua impresa non risultava operativa al momento della dichiarazione dello stato di emergenza. Il pubblico ministero aveva quindi ritenuto che la documentazione presentata avesse simulato una continuità aziendale inesistente. E per questo va chiesto una condanna a un anno e otto mesi di reclusione.
Il processo e l’assoluzione.
Nel corso del processo davanti al tribunale di Sassari, la difesa dell’uomo di Sassari ha sottolineato che la normativa sui contributi all’epoca della domanda non fosse ancora chiara. In particolare, in merito alle imprese in stato di liquidazione. Inoltre, è stato evidenziato che l’imprenditore si era rivolto a un commercialista per la compilazione della pratica, elemento ritenuto indicativo della sua buona fede. Il giudice ha accolto la tesi difensiva e ha assolto l’imputato, il 43enne Paolo Spano, “perché il fatto non costituisce reato”.
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