5 Luglio 2025
“Serve un cambio di passo”


Secondo le elaborazioni del Centro Studi Assoesercenti su dati della Banca d’Italia, nel 2024 la Sicilia ha registrato una crescita del PIL dell’1,3%, superiore alla media del Mezzogiorno e in linea con un moderato consolidamento post-pandemico. Tuttavia, il valore aggiunto regionale resta inferiore di oltre quattro punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi del 2008, segno che la ripresa, pur significativa, non è ancora strutturale. La produttività del lavoro ha fornito un contributo positivo (+1,6%), ma quasi esclusivamente grazie alla produttività totale dei fattori, mentre l’intensità del capitale è rimasta invariata. Sul piano demografico, la Sicilia ha perso il 4% della popolazione tra il 2007 e il 2023, con un calo dell’1,7% nella fascia in età lavorativa: un dato che incide pesantemente sul potenziale di crescita futura.

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I settori: luci e ombre

Industria: oltre il 70% delle imprese risulta in utile, ma il 60% prevede una riduzione degli investimenti nel 2025, a causa dell’incertezza geopolitica e della carenza di manodopera qualificata. Gli incentivi come Transizione 4.0 sono stati usati, ma la nuova misura Transizione 5.0 è ancora poco diffusa. Costruzioni: il settore ha beneficiato degli investimenti pubblici legati al Pnrr, con 2,2 miliardi di euro in gare bandite. Tuttavia, solo meno della metà degli interventi risulta effettivamente avviata, segno di un rallentamento burocratico e amministrativo.

Turismo e servizi: il comparto continua a trainare l’economia regionale, con un +5,1% di presenze turistiche e una forte crescita dei pernottamenti stranieri. La spesa turistica internazionale ha avuto un impatto positivo anche sul commercio. Il traffico aeroportuale è cresciuto del 10,3%, mentre quello portuale ha segnato un rallentamento.

Occupazione: il numero degli occupati è aumentato, con una riduzione del tasso di disoccupazione, pur ancora elevato. La crescita ha interessato anche le figure più qualificate, ma la Sicilia resta indietro rispetto alla media nazionale per quota di lavoratori ad alta formazione, un limite in un mercato del lavoro sempre più influenzato dall’intelligenza artificiale.

Export: le esportazioni regionali sono diminuite complessivamente dell’8,3%, trascinate in basso dal comparto petrolifero (-15,2%), che rappresenta ancora il 60% dell’export. Le esportazioni non petrolifere sono invece cresciute del 3,3%, trainate dalla chimica (+20%). Preoccupano le nuove barriere commerciali statunitensi, che potrebbero penalizzare l’agroalimentare e l’elettronica.

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Saldo e stralcio

 

Credito e startup: i prestiti alle imprese sono scesi del 3,5%, mentre è aumentato il ricorso all’autofinanziamento. Cresce la liquidità delle imprese. Le start-up innovative siciliane, 1.251 in totale tra il 2012 e il 2024, si concentrano nei servizi ad alta intensità di conoscenza, ma restano ancora marginali. La liquidità delle imprese è aumentata, grazie alla crescita dei depositi e della disponibilità di credito potenziale. La redditività delle imprese è migliorata nel 2023, in particolare nel terziario e nelle costruzioni, e il leverage si è ridotto. Tuttavia, gli oneri finanziari sono cresciuti sensibilmente per effetto dell’aumento dei tassi. Le risorse del Pnrr risultano per oltre l’84% aggiudicate, anche se meno della metà degli interventi è effettivamente partita. Le entrate fiscali sono aumentate, ma i comuni mostrano ancora fragilità legate a una scarsa capacità di riscossione e a basi imponibili ridotte.

Per il presidente di Assoesercenti, Salvo Politino: “Il 2024 segna una fase di recupero, ma non ancora di svolta. I dati elaborati dal nostro Centro Studi confermano che senza un cambio di passo su produttività, capitale umano e innovazione, la Sicilia rischia di rimanere in una ripresa lenta e diseguale. Il Pnrr offre strumenti importanti, ma serve una governance capace di attuarli concretamente e rapidamente”. Politino sottolinea che “la scarsità di manodopera qualificata, l’inerzia nella digitalizzazione e la fragilità degli enti locali sono i principali ostacoli a una crescita duratura”.



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