13 Luglio 2025
appello all’azione per i paesi membri – Italiani


La Commissione europea ha pubblicato il quarto riesame dell’attuazione delle politiche ambientali, uno strumento cruciale per garantire la prosperità e la sicurezza ambientale nell’Unione. Il rapporto analizza le tendenze comuni tra i 27 Stati membri, valutando il livello di protezione della qualità dell’aria, dell’acqua e della natura.

Emergono preoccupazioni significative: la maggior parte degli Stati membri necessita di urgenti miglioramenti nell’applicazione del diritto ambientale, specialmente per quanto riguarda l’economia circolare, l’acqua, la biodiversità e il clima. Il riesame fornisce azioni prioritarie specifiche per ciascun paese.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La mancata attuazione delle normative ambientali comporta costi stimati in 180 miliardi di euro all’anno per l’UE, circa l’1% del PIL, a causa di inquinamento e degrado. Implementare correttamente le politiche ambientali può ridurre drasticamente questi costi, creando al contempo condizioni eque per le imprese nel mercato unico.

Gli Stati membri hanno a disposizione fino a 122 miliardi di euro all’anno in fondi europei per gli investimenti ambientali. Il rapporto sottolinea che la maggior parte dei paesi dovrebbe utilizzare in modo più efficace queste risorse per rafforzare la propria capacità di applicare la legislazione ambientale in modo efficiente. Questo riesame evidenzia l’urgente necessità di un impegno maggiore e di investimenti mirati per proteggere l’ambiente e garantire un futuro sostenibile per l’Europa.

L’Italia nel riesame dell’attuazione ambientale (EIR)

Le principali sfide per l’Italia sono tutt’altro che nuove, persistendo dal primo EIR del 2017 e richiedendo interventi urgenti. Per la qualità dell’aria, nonostante alcuni miglioramenti nelle emissioni complessive, l’Italia continua a superare i limiti per PM10 e NO2. Fortunatamente, circa il 30% del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è destinato a misure per l’efficienza energetica e il trasporto sostenibile, che dovrebbero contribuire significativamente a migliorare la situazione.

La gestione delle acque presenta ancora notevoli criticità. I progressi nella riduzione degli agglomerati non conformi per il trattamento delle acque reflue sono stati lenti, con la Corte di Giustizia dell’UE (CGUE) che ha imposto multe severe. La qualità dell’acqua potabile nel Lazio necessita di un intervento immediato, tanto che l’Italia è stata condannata dalla CGUE nel 2023. Il consumo elevato di acqua nelle regioni meridionali è un’altra grave preoccupazione. Sebbene il PNRR e il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) stiano supportando investimenti significativi, come il controllo delle inondazioni e il trattamento delle acque reflue urbane, lo stato ecologico e chimico dei corpi idrici superficiali mostra solo lievi miglioramenti. Anche la maggior parte dei descrittori marini resta in condizioni precarie.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Per la rete Natura 2000, la designazione di alcuni siti marini è ancora in sospeso e lo stato di conservazione di habitat e specie deve migliorare, con la crescente minaccia di specie aliene invasive e bracconaggio. Un altro allarme è il consumo di suolo, che procede a ritmi preoccupanti.

Il gap di investimenti ambientali complessivo in Italia è sceso a circa 8,29 miliardi di euro all’anno (0,43% del PIL), con le maggiori esigenze nell’economia circolare e nella gestione idrica. È fondamentale che il settore privato aumenti i propri contributi per colmare questa lacuna. Nonostante l’Italia abbia migliorato la sua capacità di assorbire i fondi UE per le misure ambientali (ad eccezione della Sicilia), dal 2015 ha pagato oltre 800 milioni di euro in sanzioni per non conformità alle sentenze della CGUE in materia di rifiuti e acqua.

La governance ambientale richiede un potenziamento della capacità amministrativa e una migliore coordinazione tra i livelli nazionale, regionale e locale. Per facilitare l’applicazione delle normative e l’accesso alla giustizia, i dati spaziali dovrebbero essere più ampiamente accessibili.

Nonostante le sfide, l’Italia vanta anche buone pratiche. L’Italia utilizza la contabilità del capitale naturale, ha un inventario delle sovvenzioni dannose per l’ambiente e strategie di sviluppo sostenibile basate su indicatori. Si distingue inoltre nell’economia circolare, con una rete nazionale che riunisce attori statali e aziendali. Infine, l’Italia ha sfruttato efficacemente il programma LIFE con progetti integrati come Prepair e Gestire.

(Fonte file: COMMISSION STAFF WORKING DOCUMENT 2025 Environmental Implementation Review Country Report – ITALY )



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