
Come per sottolineare quanto sia instabile il mercato del lavoro odierno, la piattaforma di ricerca lavoro Indeed ha avviato una serie di licenziamenti. L’azienda e Glassdoor, entrambe di proprietà della giapponese Recruit Holdings Co., stanno tagliando circa 1.300 posti di lavoro a causa della crescente presenza dell’intelligenza artificiale nelle aziende.
La mossa comporterà anche l’uscita di scena del CEO di Glassdoor, Christian Sutherland-Wong.
Sono interessati due reparti: ricerca e sviluppo, e risorse umane e sostenibilità. In una nota che annuncia i tagli al personale, il CEO di Recruit Hisayuki “Deko” Idekoba ha elogiato il potere dell’AI, scrivendo: “L’AI sta cambiando il mondo e noi dobbiamo adattarci assicurandoci che il nostro prodotto offra esperienze davvero eccezionali. Per realizzare questa ambizione dobbiamo muoverci più velocemente, provare cose nuove e correggere ciò che non funziona”.
L’addio di Sutherland-Wong arriva mentre Glassdoor, che offre recensioni dei dipendenti sulle aziende, vedrà le sue attività integrate in Indeed.
I tagli seguono altri 1.000 licenziamenti presso Indeed e Glassdoor nel 2024 e circa 2.200 nel 2023. Non è chiaro quanti lavoratori rimarranno nelle aziende dopo questo ciclo.
I tagli presso Indeed e Glassdoor arrivano in un momento in cui il mercato del lavoro sta peggiorando. Sebbene il tasso di disoccupazione sia ancora basso, al 4,2%, un rapporto del Ludwig Institute for Shared Economic Prosperity, un’organizzazione no profit che si occupa di ricerca economica e politica, ha rilevato che quasi un quarto degli americani è “funzionalmente disoccupato”. Inoltre, il 20% delle persone in cerca di lavoro è alla ricerca di un impiego da 10-12 mesi o più.
La Generazione Z, nel frattempo, trova particolarmente difficile entrare nel mondo del lavoro, poiché i posti di lavoro entry-level si stanno esaurendo, in parte a causa della minaccia dell’intelligenza artificiale.
Il chief economic opportunity officer di LinkedIn, Aneesh Raman, ha paragonato questo cambiamento al declino dell’industria manifatturiera negli anni ’80, scrivendo in un editoriale del New York Times: “Ora sono i nostri impiegati a trovarsi di fronte allo stesso tipo di sconvolgimento tecnologico ed economico. Il primo a crollare è il gradino più basso della scala professionale”.
L’articolo originale è stato pubblicato su Fortune.com
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