13 Luglio 2025
Panetta: spinta sul mercato unico. Giorgetti alle banche: fate di più


«L’incertezza sul ruolo degli Stati Uniti nell’economia mondiale apre nuove opportunità per l’Europa». Lo scenario è quello in cui «gli investitori sono alla ricerca di alternative al dollaro e ai mercati americani, avviando un parziale riorientamento dei portafogli globali». Fabio Panetta è tornato nuovamente sulla necessità per l’Europa di non perdere l’opportunità di «rilanciare il progetto di integrazione, completando il mercato unico e adottando politiche comuni per l’innovazione, la produttività, la crescita». E’ un vecchio cavallo di battaglia del Governatore di Bankitalia, avendone parlato già a maggio 2024 nelle sue prime Considerazioni finali. Il tassello mancante è la garanzia comune sui depositi. Nel suo intervento all’Assemblea dell’Abi, svoltasi eccezionalmente a Milano, Panetta ha sollecitato il rafforzamento dell’architettura finanziaria: «significa superare l’attuale frammentazione del sistema finanziario, completare l’Unione dei mercati dei capitali e offrire agli investitori un titolo comune privo di rischio». Il governatore evidenzia le stime elaborate dalla Banca d’Italia e rilancia il titolo comune di cui ha fatto cenno la prima volta al Meeting di Rimini dell’agosto 2024: «Un mercato dei capitali integrato e fondato su un titolo comune privo di rischio potrebbe ridurre di mezzo punto percentuale il costo del finanziamento per le imprese, stimolando investimenti aggiuntivi per 150 miliardi l’anno».

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Il capo di Palazzo Koch ha dedicato spazio naturalmente all’incognita dazi. «Gli annunci del 2 aprile hanno aperto una fase di negoziati complessi tra gli Stati Uniti e i principali partner commerciali, generando instabilità sui mercati dei capitali».

Nel capitolo banche, nemmeno una parola sul risiko, cinque pagine invece sull’innovazione digitale che, ha permesso di raggiungere nuovi segmenti di clientela, soprattutto giovane, che predilige «modalità di interazione a distanza», ma per le Pmi la contrazione delle reti di sportelli sul territorio «può rappresentare un limite». L’intelligenza artificiale è un fattore competitivo cruciale per le banche», lo spartiacque competitivo in ambito tecnologico «è rappresentato dall’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data per le attività tipicamente bancarie, in primo luogo per la concessione del credito».

L’AFFONDO
Per il presidente Abi Antonio Patuelli, «Occorre disinnescare i rischi di protezionismi e nuovi dazi, misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano il libero mercato, le crescite economiche e sociali e la prosperità globale» o «si rischierebbe una nuova recessione». Di fronte alle crisi, le banche sono molto esposte, ha evidenziato Patuelli, «come più complessi e sensibili anelli di connessione fra i fattori dell’economia. Inoltre viviamo una fase inedita di grandi incertezze fra le due sponde dell’Atlantico». In chiusura, in videocollegamento Giancarlo Giorgetti che ha sferzato le banche. «Mi attenderei che gli istituti di credito approfittino del quadro mutato e tornino a fare le banche, guadagnando sul margine di interesse» e facendo meno leva sulla gestione patrimoniale». Le banche italiane si dimostrano «tra le più attive in Europa per la distribuzione agli azionisti attraverso dividendi e buy-back. L’affondo arriva con l’invito a un «ripensamento delle politiche di distribuzione agli azionisti in modo da migliorare l’erogazione del credito a famiglie e imprese». E per il Ministro «è evidente come gli eccezionali rendimenti totali riconosciuti agli azionisti negli ultimi due anni sono stati possibili anche grazie alle garanzie pubbliche prestate in occasione del Covid».

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