Piano per le aree interne. Una legge, due ’letture’

Una legge “storica” per chi governa, un provvedimento “debole” e “insufficiente” secondo l’opposizione. È acceso il dibattito sul Ddl Montagna, il disegno di legge per il rilancio delle aree montane che ha ottenuto il via libera alla Camera e che, secondo Fabrizio Rossi, deputato grossetano di FdI, rappresenta una svolta anche per i comuni dell’Amiata.

“Dopo oltre trent’anni arriva finalmente una legge organica che riconosce dignità e valore alle zone montane – afferma Rossi –. Penso ai comuni dell’Amiata, che potranno contare su nuovi strumenti per contrastare lo spopolamento, sostenere le imprese locali, garantire servizi essenziali come scuola e sanità”.

Il disegno di legge introduce una definizione univoca di “zona montana” e prevede agevolazioni fiscali per le professioni della montagna, bonus natalità per i comuni sotto i 5.000 abitanti, incentivi per cooperative agricole e forestali, miglioramento della digitalizzazione e deroghe per mantenere le scuole nei piccoli centri. Fondamentale, secondo Rossi, il Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane, che mette sul piatto oltre 200 milioni di euro.

Di tutt’altro avviso il Pd che definisce il provvedimento una “grande occasione mancata”. “C’è una contraddizione – attacca Federico Badini, coordinatore Pd Amiata Grossetana – tra gli annunci trionfalistici e quanto scritto dallo stesso Governo nel Piano, dove si parla di territori ’avviati a un lento spopolamento’. Un’ammissione di rassegnazione, che smentisce ogni ottimismo”. Secondo il Pd, il disegno di legge manca di risorse vere e strumenti concreti, e non coinvolge in modo sufficiente i territori. “Non si può governare l’Amiata con le stesse logiche delle città”, insiste Badini.

A sostegno delle critiche, anche il deputato dem Marco Simiani, che rivendica gli emendamenti presentati dal Pd e respinti dalla maggioranza: “Abbiamo proposto – spiega Simiani – un fondo nazionale stabile per garantire sanità, scuola, trasporti e connettività nei piccoli comuni; zone franche montane con criteri attuativi certi”.

Nicola Ciuffoletti