13 Luglio 2025
voli civili all’aeroporto, Università e alta velocità


I documenti trasmessi dal ministero delle Imprese per la decarbonizzazione dell’ex Ilva in vista degli incontri della prossima settimana sono al vaglio degli enti locali, ma anche il Comune di Taranto ha inviato un documento a Roma. Sono le compensazioni per la città. Il Comune le chiede per far sì che la partita sull’ex Ilva non si limiti solo a forni elettrici sì o no, impianti di preridotto sì o no, nave di rigassificazione sì o no, ma abbia anche altre ricadute sulla città. Si va dall’indotto ai trasporti, dalla formazione e Università alla sanità alle assunzioni nella pubblica amministrazione.

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

L’obiettivo è quello di coinvolgere su Taranto anche altri ministeri oltre a quelli delle Imprese per l’accordo di programma, del Lavoro per la cassa integrazione straordinaria e dell’Ambiente per l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia).

Le richieste

Le richieste del Comune si dividono tra compensazioni per la comunità e parte aggiuntiva all’accordo di programma riferita alla sola ex Ilva.

In sostanza, il Comune chiede che siano superati “gli attuali limiti assunzionali imposte alle pubbliche amministrazioni” e che “parte dei lavoratori in esubero, secondo le professionalità espresse o disponibili con processi di riqualificazione, possano essere collocati nelle amministrazioni pubbliche a partire da Comune capoluogo e Provincia, che presentano un deficit di dipendenti rispetto alla pianta organica non più sopportabile”. Si chiede poi di “implementare le risorse economiche da destinare al costituendo Tecnopolo che, insieme al Politecnico, deve divenire un polo di eccellenza nella ricerca per il trasferimento tecnologico e applicazione di modelli economici e industriali necessari alla giusta transizione industriale”. Ancora: si sostenga, “tramite Aeroporti di Puglia, una scelta che permetta all’aeroporto di Grottaglie di aprirsi ai voli civili, riproponendo il modello Foggia (area di servizio trasporto aereo multiregionale)” e si inserisca “Taranto nell’investimento di elettrificazione e alta velocità della tratta ferroviaria Napoli-Bari”. Altra richiesta del Comune è il “potenziamento della rete sanitaria locale attraverso la prevenzione per l’accesso agli screening periodici rispetto alle malattie oncologiche per i cittadini e per i dipendenti lavoratori Ilva”. In quanto alla formazione, si sollecita un “impegno affinché il Polo Universitario Jonico si avvii ad una fase di autonomia almeno economica-gestionale” e si chiede inoltre l’aumento delle “risorse economiche da destinare al costituendo Tecnopolo”, oggi pari a 2 milioni, il quale, “insieme al Politecnico deve divenire un polo di eccellenza nella ricerca per il trasferimento tecnologico e applicazione di modelli economici e industriali necessari alla giusta transizione industriale”.

Nella parte riferita alle compensazioni per la comunità, Palazzo di Città inserisce pure la garanzia per le aziende locali di appalto siderurgico a divenire “fornitrici di servizi continuativi alla produzione tramite l’esternalizzazione verso le stesse di segmenti produttivi del ciclo siderurgico”. Inoltre, “nell’ipotesi di accordo di programma che preveda gli impianti Dri”, cioè il preridotto di ferro, “produrre in altri siti per alimentare Taranto in maniera esclusiva”, comunque “il trasporto del Dri dovrà essere assegnato alle aziende locali”. E ancora si chiede lo “spostamento a Taranto della sede legale dell’ufficio Acquisti Ilva”, oggi a Milano. Sempre riferita alla parte ex Ilva, c’è poi un capitolo specifico che il Comune propone di inserire nell’accordo di programma. Le richieste sono la “salvaguardia occupazione e del reddito dei lavoratori in esubero” e la “quantificazione, seppure provvisoria, dei lavoratori in esubero sia nella ipotesi A dell’accordo di programma”, cioè tre forni elettrici e altrettanti impianti di preridotto a Taranto insieme alla nave rigassificatrice, che “nella ipotesi B”, cioè solo i tre forni elettrici senza il preridotto, entrambe le ipotesi avanzate dal Governo. Infine, si chiede di “prevedere tutti gli strumenti di reimpiego con l’indicazione di nuovi interventi industriali nell’area di Taranto; l’utilizzo di tutti gli strumenti di accompagnamento alla pensione (incentivi) e il “possibile” rinnovo “della norma sui benefici amianto ai lavoratori siderurgici ex Ilva”.

In quanto alla proposta del Governo, il fulcro ruota attorno al fatto se accettare anche i tre impianti di preridotto oltre agli altrettanti forni elettrici, e quindi la nave che deve fornire il gas, oppure solo i tre forni elettrici, che è l’ipotesi verso la quale il Comune sembra più orientato ma che è contestata da sindacati e Confindustria. Elemento nuovo è – ne scrivevamo ieri – un forno elettrico anche a Genova con un impianto di preridotto, ma con la possibilità di trasferirlo a Taranto, che in tal caso avrebbe quattro impianti di preridotto, se a Genova non fosse fattibile.

Se invece Taranto non volesse proprio il preridotto per la presenza della nave, l’investimento andrebbe a Gioia Tauro. Infine, per la nave di rigassificazione si apre all’attracco nell’area della diga foranea, mentre per l’impianto di desalinizzazione dell’acqua resta confermata la piattaforma galleggiante in mare mentre il Comune ha proposto l’uso di uno dei pontili ex Ilva dismessi con il riuso della salamoia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Microcredito

per le aziende

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%