14 Luglio 2025
Accertamenti fiscali 2024 nel mirino, soprattutto le PMI


Nel 2024 le piccole e medie imprese italiane sono state il principale bersaglio dell’attività di accertamento fiscale condotta dall’Agenzia delle Entrate. Su un totale di 189.578 accertamenti ordinari effettuati, ben 81.027 hanno riguardato le pmi, pari al 43% del totale. Di questi, 73.056 hanno coinvolto imprese di piccole dimensioni (38,5%), mentre 7.971 hanno interessato le medie imprese (4,2%).

Accertamenti fiscali 2024 nel mirino, soprattutto le piccole e medie imprese

Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, la maggiore imposta accertata per queste due categorie supera i 9 miliardi di euro, rappresentando il 63,9% del totale accertato di 14,2 miliardi. Numeri che confermano quanto le pmi siano più esposte e vulnerabili rispetto ai grandi contribuenti, che nel 2024 hanno subito solo 1.677 accertamenti (0,9%), con un’imposta accertata pari a 3,1 miliardi di euro (22,4%).

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«I dati mostrano un accanimento selettivo contro il tessuto produttivo più fragile del Paese» commenta Marco Salustri, consigliere nazionale di Unimpresa. «Colpire le piccole e medie imprese è più facile, ma questa strategia non favorisce la giustizia fiscale né stimola la crescita. Serve una riforma coraggiosa che punti su criteri proporzionali e incentivi per chi si mette in regola, abbandonando logiche punitive che alimentano sfiducia e ostilità verso le istituzioni».

Il report evidenzia che, nonostante l’aumento dell’8% rispetto al 2023, il volume complessivo di accertamenti resta inferiore ai livelli pre-Covid, quando superava le 260.000 unità. Oltre alle pmi, sono stati effettuati 19.845 accertamenti sui professionisti (10,5%), che hanno generato un’imposta accertata di 329 milioni di euro, e 3.292 sugli enti non commerciali (1,7%), con 163 milioni accertati.

Un focus a parte merita la determinazione sintetica del reddito (accertamento sintetico Irpef), che nel 2024 ha visto 799 accertamenti, il doppio rispetto all’anno precedente, ma con un’efficacia limitata: a fronte di 16 milioni di euro accertati, la somma effettivamente riscossa è stata di appena 580 mila euro, pari all’1,7% del totale.

Complessivamente, l’attività di accertamento ha portato a una maggiore imposta accertata di 14,2 miliardi di euro, ma la somma realmente incassata è stata di 2,46 miliardi, corrispondente al 17,3% del totale. Un risultato che mette in luce una delle principali criticità del sistema: la capacità di riscossione concreta resta debole nonostante il rafforzamento dei controlli e l’uso delle tecnologie digitali.

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Un altro dato significativo riguarda gli accertamenti parziali automatizzati (art. 41-bis DPR 600/1973), che nel 2024 sono stati 185.673, in aumento rispetto ai 176.359 del 2023. Questi controlli si basano su incongruenze tra i dati dichiarati e quelli comunicati da terzi (ad esempio su redditi da lavoro, fabbricati, assegni familiari).



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