15 Luglio 2025
Ex Ilva, il Governo mette in campo due piani: cosa cambia


Sono settimane di fuoco per lo stabilimento siderurgico di Taranto, l’Ex Ilva, che è entrato in una fase delicata. Il calendario è fitto. Oggi, 14 luglio 2025, al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) si riuniranno i sindacati, convocati per partecipare al tavolo sull’Accordo di programma.

Martedì 15 toccherà invece alle istituzioni locali (Comune di Taranto e Regione Puglia) confrontarsi sul piano industriale per definire entro il nuovo Accordo.

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Entrambe le parti concordano sull’urgenza di accelerare il processo di decarbonizzazione: il piano iniziale di 12 anni per eliminare gradualmente l’uso del carbone negli altoforni verrebbe ridotto a circa 7–8 anni. In ogni caso il governo assicura la continuità produttiva dell’impianto per tutta la durata della transizione.

Tavolo decisivo al Mimit: i sindacati al centro

Già l’8 luglio si era tenuto un vertice ministeriale durato quasi otto ore, al termine del quale sindacati, aziende e istituzioni avevano confermato l’impegno a finalizzare l’accordo entro metà luglio. I rappresentanti delle sigle sindacali, preoccupati per il futuro dei lavoratori, sono pronti a tornare al Mimit per discutere gli aspetti occupazionali e produttivi del piano industriale.

Comune di Taranto e Regione Puglia convocati

Martedì 15, con la firma formale dell’Accordo di programma, interverranno anche il sindaco e la Regione Puglia, che finora hanno preteso tempi più rapidi nella transizione green (da 12 a 8 anni) e garanzie sull’impatto ambientale.

A Palazzo Piacentini (dove si trova il Ministero dello Sviluppo Economico) ministri e delegazioni locali hanno inoltre concordato di rinviare la conferenza Aia a lunedì 17 luglio, per tenere conto delle osservazioni emerse sull’accordo interistituzionale di decarbonizzazione.

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Due scenari per la decarbonizzazione: forni elettrici, Dri, rigassificatore

Il piano di rilancio prevede di trasformare lo stabilimento passando dai tradizionali altoforni a forni elettrici alimentati con Dri (Direct Reduced Iron). Sono allo studio quindi due opzioni, entrambe volte a realizzare tre forni elettrici sul sito di Taranto e a garantire comunque 6 milioni di tonnellate annue di produzione. Le differenze riguardano la produzione del “preridotto”:

  • opzione 1 – tre forni elettrici con tre impianti Dri onsite, alimentati da una nave rigassificatrice che fornisce il gas necessario all’impianto;
  • opzione 2 – tre forni elettrici a Taranto con Dri fornito tramite un contratto di servizio con la società Dri Italia, che realizzerà il preridotto in un altro stabilimento del Sud dove l’approvvigionamento di gas è più agevole ed economico.

In entrambi gli scenari la continuità produttiva verrà garantita. Il preridotto è una materia prima fondamentale per i nuovi forni elettrici: viene utilizzato al posto del ciclo tradizionale a carbone, permettendo una produzione d’acciaio con un impatto ambientale molto più contenuto. Questo cambiamento tecnologico è il fulcro della strategia di decarbonizzazione dell’ex Ilva. Si cerca di completare la transizione green  in tempi più rapidi rispetto al piano iniziale, che prevedeva 12 anni.

Aia verso l’approvazione

La fase finale del percorso autorizzativo passerà poi per la Conferenza dei servizi sull’autorizzazione integrata ambientale (Aia). Questa riunione, originariamente fissata per il 10 luglio, è stata ufficialmente spostata a giovedì 17 luglio alle 10:30.

Il rinvio è stato deciso dal Ministero dell’Ambiente d’intesa con il Mimit per “raccogliere le esigenze” emerse nell’incontro interistituzionale sulla decarbonizzazione a Taranto.

Al tavolo del 17 luglio la conferenza dovrà approvare la nuova Aia, che recepirà le prescrizioni ambientali legate al piano industriale concordato. Questo sarà un tavolo fondamentale tenuto sotto osservazione anche dall’Ue. Infatti la Commissione ha inviato nel maggio scorso una nuova diffida all’Italia sul caso Ilva, rilevando che l’impianto di Taranto non rispetta ancora pienamente le norme comunitarie sulle emissioni industriali.





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