6 Maggio 2025
Inchiesta “Doppia Curva”: sette arresti a Milano, affari sporchi tra ultras e ‘ndrangheta – Torino Cronaca


Sette persone sono finite nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano nell’ambito dell’inchiesta Doppia Curva, avviata per fare luce sui rapporti tra criminalità organizzata e ambienti della tifoseria ultras dell’Inter. La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura della Repubblica – guidata dal procuratore Marcello Viola – hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Milano: cinque indagati sono stati destinati al carcere e altri due agli arresti domiciliari.

I reati contestati, a vario titolo, sono estorsione, usura ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. In alcuni casi è stata inoltre riconosciuta l’aggravante della finalità mafiosa: secondo gli inquirenti le condotte avrebbero favorito la cosca calabrese dei Bellocco attiva nella criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetista. Le accuse comprendono richieste illecite di denaro rivolte al gestore dei parcheggi dello stadio San Siro, finalizzate – secondo gli investigatori – a garantire una cosiddetta “tranquillità ambientale” durante le partite. Ma i casi estorsivi toccano anche altri ambiti: il recupero aggressivo di prestiti usurari concessi per finanziare attività economiche e il tentativo di estromettere il collaboratore di giustizia Andrea Beretta dalla sua azienda di merchandising legata alla tifoseria.

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Proprio le dichiarazioni dello stesso Beretta – ex membro della curva interista – hanno contribuito ad arricchire il quadro accusatorio assieme alle testimonianze delle persone offese e ad approfondite analisi economico-finanziarie condotte dagli inquirenti. Particolarmente grave l’accusa di usura nei confronti di un imprenditore comasco, costretto a pagare interessi fino al 400% su prestiti concessi da più soggetti, tra cui anche il defunto Antonio Bellocco. Nei mesi recenti l’imprenditore sarebbe stato bersaglio di minacce reiterate con lo scopo di costringerlo a versare quanto pattuito. Infine l’indagine ha messo in luce l’uso strumentale di una società, ritenuta fittizia per l’emissione di fatture relative a operazioni inesistenti. Il meccanismo era finalizzato all’evasione di imposte sui redditi e dell’Iva.  L’indagine Doppia Curva conferma l’intreccio sempre più preoccupante tra ambienti ultras attività economiche in apparenza legali e interessi mafiosi.



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