6 Maggio 2025
Credito, rischio default ai minimi dalla pandemia. Ma con i dazi risalirà


 4 min

Cerved: a marzo si è attestato al 5,3%, il minimo da dicembre 2020. Nei prossimi dodici mesi potrebbe arrivare al 5,5%. E l’effetto più pesante sarà sulle pmi

Il pericolo default per le imprese non finanziarie italiane non è mai stato così basso dai tempi della pandemia. A marzo, infatti, il rischio di credito si è attestato al 5,3%, ai minimi da dicembre 2020. Tuttavia non c’è molto da festeggiare, visto che l’attesa per i prossimi dodici mesi è di un peggioramento. A certificarlo è il Credit Outlook 2025 di Cerved Rating Agency, secondo cui nello scenario ritenuto più probabile, cioè con i dazi statunitensi nei confronti dell’UE vicini al 10%, il dato dovrebbe risalire al 5,5%.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

📰 Leggi anche “Credito in euro, continuano le opportunità per i gestori attivi

Un 2024 in miglioramento
Fabrizio Negri, ceo di Cerved Rating Agency
Fabrizio Negri, ceo di Cerved Rating Agency

Nel corso del 2024 è aumentata la quota di aziende che hanno migliorato la loro posizione: il 17% degli aggiornamenti creditizi è stato classificato come ‘unpgrades’ contro l’8% dell’anno precedente. Sono inoltre cresciute le conferme di rating di credito (78% contro 69%), anche grazie al minor costo del denaro e una maggior salute dei bilanci delle imprese. “Le aziende italiane sono riuscite a fronteggiare con successo l’incertezza derivante da stress macroeconomici consecutivi, come le tensioni geopolitiche, il restringimento delle condizioni di finanziamento e l’andamento inflattivo”, sottolinea Fabrizio Negri, ceo di Cerved Rating Agency.

Tre scenari possibili

L’esperto avverte però che “nei prossimi mesi la probabilità di default potrebbe aumentare, a seguito di tensioni commerciali e di una domanda debole”. Tutti elementi “che potrebbero colpire in particolare le imprese che esportano negli USA”. Lo scenario di base dell’agenzia, quello in cui le politiche protezionistiche e le persistenti tensioni internazionali non si acutizzino e cresca la spesa riconducibile al Pnrr, è infatti di una probabilità di default media del 5,5%. Un dato più alto di quello attuale ma che non raggiungerebbe comunque i livelli di dicembre 2023 (6,2%), quando venne toccato il massimo degli ultimi dieci anni.

📰 Leggi anche “Eurozona, PIL oltre le attese. Si attende l’effetto Trump

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Gli altri due scenari delineati dall’agenzia sono meno probabili ma comunque possibili. In quello peggiore si mette in conto una prolungata guerra commerciale globale, che causerebbe una recessione sia negli Stati Uniti che nell’Unione europea; un inasprimento del conflitto in Ucraina con conseguente risalita dei prezzi dell’energia e dell’inflazione e un irrigidimento della politica monetaria, e anche un attuazione solo parziale di Pnrr ReArm EU. In questa situazione il rischio di default medio in Italia raggiungerebbe il 6,5%, il livello più alto mai registrato. Il caso più ottimistico prevede, invece, l’abbandono della linea dura sui dazi da parte di Donald Trump, la stipula di una tregua duratura o la pace tra Russia e Ucraina, con conseguente ripresa della fiducia dei mercati e degli operatori economici, e un calo dell’inflazione e dei tassi d’interesse. In questo scenario la probabilità di default scenderebbe al 5,1%.

I settori più a rischio

Tornando allo scenario di base, per l’agenzia l’impatto dei dazi sull’Italia è mitigato da una dipendenza dall’export inferiore di alcuni settori. Ad esempio, il terziario, che rappresenta oltre il 73% dell’economia tricolore, subirà nel breve periodo effetti indiretti e minori. Sul fronte degli investimenti, poi, il Pnrr sta entrando nella sua fase decisiva con spese pianificate per il biennio 2025-2026 pari a circa 108 miliardi di euro, mentre il piano europeo per il riarmo potrebbe attivare una spesa addizionale di oltre 800 miliardi di euro a livello europeo, con effetti positivi su alcuni settori del nostro Paese.

📰 Leggi anche “I fondi sovrani puntano su USA, Cina e credito privato

Per gli esperti, i settori con un maggior aumento del rischio di credito saranno quelli ciclici, di consumo e discrezionali, più esposti alla congiuntura economica e all’export verso gli Stati Uniti. Fra questi, l’automotive (atteso passare dal 5,2% di marzo 2025 al 5,7% di marzo 2026), il tessile-abbigliamento (dal 5,7% al 6,1%), i beni alimentari e bevande (dal 4,6% al 4,9%) e il farmaceutico (dal 4,2% al 4,5%). Al contrario, è stimata in miglioramento la probabilità di default di settori meno legati alle dinamiche del commercio internazionale, fra cui i servizi per turismo, ospitalità e ristorazione (dall’8,7% del marzo 2025 all’8% del marzo 2026), ICT (dal 4,6% al 4,4%) e utilities (dal 4,2% al 4%). La probabilità di default per le grandi imprese è prevista in tenuta al 3,1% a marzo 2026, mentre per le PMI ci si attende un aumento dal 6,3% del 2025 al 6,6%.

Le aziende esportatrici

Considerando la rilevanza dei dazi trumpiani, Cerved ha poi analizzato in particolare un campione di circa 700 imprese con rating che esportano Oltreoceano del settore meccanico, dell’agrifood, del tessile-moda e della lavorazione dei metalli. Ebbene, queste aziende mostrano nel complesso una solidità finanziaria superiore alla media italiana, con una probabilità di default media nettamente inferiore (3,5% contro 5,3%). Tuttavia, l’esposizione alle tariffe a stelle e strisce farà crescere in maniera maggiore il loro rischio di credito nei prossimi dodici mesi. In particolare le PMI, meno strutturate da un punto di vista patrimoniale e con margini di profitto più ridotti, vedono un aumento di rischiosità decisamente superiore rispetto a quello di aziende di simili dimensioni ma non esposte al mercato Usa (+8% contro +3%). Per le grandi imprese, invece, la variazione sarà rispettivamente +4% (per le esportatrici) e +3% (non esportatrici).

Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.

 



Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari