19 Maggio 2025
Energia troppo cara: le imprese italiane pagano la più alta d’Europa


Nel 2024, le imprese italiane si sono trovate a fronteggiare i costi dell’energia elettrica più alti tra le principali economie europee. A lanciare l’allarme è un’analisi del Centro studi di Unimpresa, basata sui dati del mercato elettrico europeo, che denuncia una situazione ormai strutturale e penalizzante per la competitività del sistema produttivo nazionale.
Secondo lo studio, il prezzo medio all’ingrosso dell’elettricità in Italia ha raggiunto i 109 euro per megawattora, ben al di sopra dei 78 euro registrati in Germania, dei 63 euro in Spagna e dei 58 euro in Francia. Il divario è evidente: +47% rispetto a Parigi, +42% rispetto a Madrid e +28% rispetto a Berlino.

A rendere ancora più preoccupante il quadro è l’aumento rispetto al 2023, stimato intorno al +24%, che ha colpito in particolare i settori energivori come la grande distribuzione, la ristorazione e il turismo, dove le bollette mensili superano frequentemente i 10mila euro. Un peso insostenibile, soprattutto per le piccole e medie imprese.

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Le cause? Secondo Unimpresa, l’Italia paga l’assenza di una strategia energetica efficace. Il Paese resta fortemente dipendente dal gas naturale, che rappresenta ancora il 45% del mix di generazione elettrica, rendendolo vulnerabile alle fluttuazioni dei mercati internazionali. Francia e Spagna, invece, beneficiano di fonti più stabili e a basso costo come il nucleare e l’eolico.

“Non è accettabile che le aziende italiane paghino l’energia fino al 47% in più rispetto ai competitor francesi”, ha dichiarato Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa. “Servono scelte coraggiose: una riforma strutturale del mercato elettrico, lo sganciamento del prezzo dal gas e un piano di incentivi per le rinnovabili. Ma anche misure immediate come crediti d’imposta e tagli agli oneri in bolletta”.

L’analisi si chiude con un appello allo Stato: intervenire per evitare che questa situazione si traduca in un freno allo sviluppo economico. Perché, come sottolinea Spadafora, “l’energia non può essere un ostacolo alla ripresa, ma deve tornare a essere un motore per la crescita”.

Andrea Valsecchi

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