
A febbraio la Commissione europea ha presentato il cosiddetto Pacchetto Omnibus, contenente una serie di misure volte a semplificare il peso burocratico per le aziende europee. Tra i capitoli sottoposti a revisione c’è il Cbam (acronimo di carbon border adjuster mechanism), ovvero il meccanismo che comporta l’applicazione di un prezzo per le emissioni incorporate nei prodotti di alcune tipologie di industrie.
La proposta di Bruxelles è stata ora approvata con un voto a stragrande maggioranza dal Parlamento europeo: 564 voti a favore, 20 contrari e 12 astensioni. Il testo votato prevede l’introduzione di una nuova soglia minima di 50 tonnellate per l’applicazione della tassa sul carbonio alle frontiere, esentando così circa il 90% degli importatori, principalmente piccole e medie imprese e privati, che importano quantità ridotte di prodotti soggetti al Cbam.
L’obiettivo ambientale del meccanismo, spiegano da Strasburgo come già a febbraio avevano fatto da Bruxelles, resta comunque invariato, poiché il 99% delle emissioni totali di CO2, legate per lo più alle importazioni di ferro, acciaio, alluminio, cemento e fertilizzanti, continuerà a essere coperto dalle regole.
Per le importazioni interessate, sottolineano ancora da Strasburgo, le misure mirano a semplificare il processo di autorizzazione per i dichiaranti (cioè chi importa merci soggette al Cbam), rendere più agevoli i calcoli delle emissioni e la gestione delle passività finanziarie, rafforzando al contempo le disposizioni contro gli abusi.
Non ci sarebbero insomma stravolgimenti al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere in quanto strumento europeo per equiparare il prezzo delle emissioni di carbonio pagato per dai produttori dell’Ue soggetti al sistema di scambio di quote di emissione (ETS), a quello dei beni importati. Resta inoltre intatto l’obiettivo di incentivare una maggiore ambizione climatica nei paesi extra Ue e scoraggiare la delocalizzazione delle imprese.
Dopo questo voto, il Parlamento europeo è ora pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio per concordare la versione definitiva delle norme. All’inizio del 2026, la Commissione valuterà se estendere il campo di applicazione del Cbam ad altri settori Ets a rischio che le loro imprese si spostino fuori dall’Ue.
Dopo il voto, il relatore Antonio Decaro (S&D, Pd) ha dichiarato: «Il Cbam è uno strumento fondamentale per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e incentivare l’azione per il clima al di fuori dell’Ue. Accolgo quindi con favore la decisione del Parlamento di non riaprire altre disposizioni della normativa. Questo approccio ci consente di semplificare le procedure per le imprese senza smantellare o indebolire il meccanismo. Continueremo a lavorare con rapidità per garantire certezza giuridica a tutti gli operatori coinvolti».
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