6 Giugno 2025
Transizione ecologica e ristorazione: il ruolo dei sistemi di riutilizzo


Nel quadro della transizione ecologica delineata a livello europeo e nazionale, l’introduzione di sistemi di riutilizzo per gli imballaggi assume una rilevanza particolare anche per il comparto della ristorazione. L’attuale modello fondato sull’utilizzo di imballaggi monouso – i c.d. “usa e getta” – si rivela infatti sempre meno sostenibile, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista normativo, e viene progressivamente sostituito da un approccio circolare, basato sulla prevenzione, sul riutilizzo e sul riutilizzo e sulla riduzione della produzione di rifiuti.

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A confermare questa tendenza è il nuovo Regolamento (UE) 2025/40 – noto come “Packaging and Packaging Waste Regulation” (PPWR) – che introduce specifici obblighi a carico degli operatori economici del settore della ristorazione, anche in merito all’offerta di sistemi alternativi al monouso. In particolare:

  • dal 12 febbraio 2027 sarà obbligatorio per gli operatori economici che offrono bevande ed alimenti pronti utilizzando imballaggi da asporto, garantire ai consumatori un sistema che consenta loro di utilizzare il proprio contenitore ricaricabile;
  • dal 12 febbraio 2028, i distributori finali del settore alberghiero, ristorazione e catering che mettono a disposizione bevande o alimenti pronti senza che sia necessaria alcuna ulteriore preparazione – escluse le microimprese – dovranno mettere a disposizione imballaggi riutilizzabili all’interno di un sistema strutturato di riutilizzo;
  • dal 1° gennaio 2030, per i distributori finali che mettono a disposizione dei consumatori bevande alcoliche e analcoliche in imballaggi per la vendita, vi sarà l’obbligo di garantire che almeno il 10% di tali prodotti sia messo a disposizione in imballaggi riutilizzabili, nell’ambito di un sistema di riutilizzo.

Il medesimo provvedimento, inoltre, esorta gli Stati membri a incentivare ristoranti, mense, bar, caffè e servizi di ristorazione in genere a servire ai loro clienti acqua di rubinetto, se disponibile, a titolo gratuito o a prezzi modici, in formato riutilizzabile.

Questi nuovi obblighi, per quanto introdotti gradualmente, impongono un cambiamento profondo nei modelli distributivi e gestionali delle imprese della somministrazione, chiamate a ripensare le modalità di confezionamento e di servizio. In questa prospettiva, l’adozione di sistemi di “vuoto a rendere” – già diffusi in altri comparti del commercio al dettaglio – rappresenta una risposta concreta ed efficace alle nuove esigenze ambientali, contribuendo a ridurre i rifiuti e a incentivare comportamenti virtuosi tra la clientela.

Oltre all’aspetto regolamentare, va considerato che le imprese che decidono di adottare tempestivamente soluzioni di riutilizzo potranno rafforzare l’immagine aziendale, differenziare l’offerta, fidelizzare i clienti sensibili alla sostenibilità e ridurre, nel medio periodo, i costi legati agli imballaggi monouso.

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A supporto di questo processo si colloca anche il recente Decreto n. 387/2024 del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che, in attuazione dell’art. 1, commi 760 e ss. L. n. 178/2020, disciplina le modalità di accesso a benefici economici per le imprese che abbiano già introdotto sistemi di vuoto a rendere per imballaggi primari riutilizzabili, contenenti liquidi per uso alimentare, situate nelle Zone Economiche Ambientali (ZEA), corrispondenti ai territori dei parchi nazionali.

Il provvedimento, con una dotazione totale di 10 milioni di euro – 5 milioni per i contributi a fondo perduto e 5 milioni per i crediti d’imposta – prevede:

  • l’erogazione di un contributo a fondo perduto nella misura pari alla spesa sostenuta e documentata nell’anno 2022 per l’introduzione del suddetto sistema del vuoto a rendere, fino ad un massimo di 10.000 euro per ciascun beneficiario;
  • la concessione di un credito d’imposta, a condizione che gli operatori abbiano riconosciuto agli acquirenti, nell’anno 2022, un abbuono al momento della restituzione dell’imballaggio, pari al 25% del prezzo dell’imballaggio stesso. La misura del credito d’imposta sarà pari al doppio dell’importo degli abbuoni riconosciuti, fino a un massimo di 10.000 euro per ciascun beneficiario.

Le domande dovranno essere presentate in via telematica dal 4 giugno 2025 al 30 giugno 2025.

Pur trattandosi di una misura territorialmente circoscritta, rappresenta un segnale politico importante a sostegno alla riconversione ambientale e potrebbe costituire un precedente per futuri incentivi destinati più ampiamente alla ristorazione.

Va inoltre ricordato che la normativa nazionale – all’art. 219-bis del D.Lgs. n. 152/2006 – già contempla l’obbligo, al momento non operativo, di adottare sistemi di cauzione e riutilizzo per gli imballaggi in plastica, vetro e metallo contenenti acqua o altre bevande. Sebbene manchi ancora il necessario decreto attuativo, è verosimile attendersi, anche alla luce degli impegni assunti a livello europeo, un’attivazione progressiva della norma con effetti diretti sul settore HORECA.

Alla luce di quanto sopra, le imprese del settore della ristorazione dovranno trovarsi preparate ad affrontare questi cambiamenti, pianificando per tempo gli investimenti necessari e aderendo consapevolmente a un nuovo paradigma non più rimandabile.

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