7 Giugno 2025
BCE taglia ancora tassi d’interesse: mutui saranno più leggeri. Lagarde: “Dazi peseranno su export”


Come anticipato dai mercati, non si ferma il percorso di normalizzazione della politica economica della BCE (Banca Centrale Europea) che ha deciso, nella riunione del Consiglio direttivo appena conclusa, di tagliare i tassi di interesse di altri 25 punti base

Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025. Lo comunica la BCE. Trarranno vantaggio da questa decisione i risparmiatori che hanno un mutuo a tasso variabile, e in generale sarà più vantaggioso, nel lungo periodo, accendere un mutuo bancario.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, ha detto la presidente Christine Lagarde, in conferenza stampa a Francoforte

Lagarde: “Investimenti in difesa e infrastrutture sosterranno crescita”

“Benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali”. Lo ha detto la presidente. 

Outlook inflazione più incerto del solito, pesano i dazi

“Le prospettive di inflazione nell’area dell’euro sono più incerte del solito, a causa della volatilità del contesto delle politiche commerciali globali. Il calo dei prezzi dell’energia e un euro più forte potrebbero esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sull’inflazione”, ha detto ancora Lagarde in conferenza stampa. 

“Tale situazione potrebbe essere rafforzata se dazi doganali più elevati portassero a una minore domanda di esportazioni nell’area dell’euro e inducessero i paesi con eccesso di capacità produttiva a dirottare le proprie esportazioni verso l’area dell’euro. Le tensioni commerciali potrebbero portare a una maggiore volatilità e avversione al rischio nei mercati finanziari, il che peserebbe sulla domanda interna e, di conseguenza, ridurrebbe anche l’inflazione. Al contrario, una frammentazione delle catene di approvvigionamento globali potrebbe aumentare l’inflazione, spingendo al rialzo i prezzi delle importazioni e aggravando i vincoli di capacità nell’economia nazionale. Un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe anch’esso aumentare l’inflazione nel medio termine. Gli eventi meteorologici estremi e, più in generale, la crisi climatica in atto potrebbero far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari più del previsto”.

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Codacons: “Risparmi sui mutui fino a 30 euro nella rata”

Il Codacons stima l’impatto sulle spese di una  famiglia che ha accesso un finanziamento a tasso variabile per  l’acquisto della prima casa.        

Per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila  euro, il risparmio sulla rata mensile varia tra i 13 e i 27 euro, pari ad una minore spesa annua tra -156 e -324 euro – analizza il Codacons  – Se il finanziamento ha una durata di 30 anni, il taglio dei tassi  dello 0,25% produce un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra -180 e -360 euro annui. Per un mutuo da 125mila euro a 25 anni, invece, un analogo taglio si traduce in un risparmio di circa 17 euro al mese, con un impatto da 204 euro su base annua.        

I tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie  sono calati complessivamente dell’1,38% passando dal record del 4,92%  di novembre 2023 al 3,54% di marzo 2025 (dato Bankitalia). Tuttavia –  avverte l’associazione – occorre mantenere alta la guardia: la spada  di Damocle dei dazi rischia di avere effetti negativi sul mercato dei  mutui, portando a rialzi dei tassi di interesse con conseguenze  pesanti per le famiglie.



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