9 Giugno 2025
“I giovani vogliono un ambiente di lavoro positivo e flessibile, i contratti vanno migliorati”


C’è una differenza sostanziale tra l’ambiente di lavoro desiderato dai giovani e quello che la maggior parte delle aziende propongono. In questo aspetto risiede una delle cause della difficoltà di reperimento e, successivamente, di valorizzazione del personale, soprattutto per le imprese piccole e medie. Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager, sarà uno degli ospiti della tavola rotonda dell’assemblea generale di Confapi Industria Piacenza, che si svolgerà lunedì 9 giugno alla Sala dei Teatini, a partire dalle 17.45. Con l’associazione di categoria dei manager italiani, Confapi, che rappresenta soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, già da qualche anno intrattiene un rapporto di collaborazione con l’obiettivo di creare le condizioni per agevolare la crescita delle Pmi attraverso la managerializzazione.

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Il tema delle risorse umane sarà al centro della 21esima assemblea di Confapi Industria Piacenza. Come sottolinea il direttore Andrea Paparo, “trovare persone, trattenerle e valorizzarle è la sfida della competitività e della sopravvivenza delle aziende, soprattutto in un momento di crisi demografica come quello che stiamo vivendo”. Il profilo più difficile da trovare è quello dei tecnici specializzati: un esempio è rappresentato dal settore dell’automotive. “La transizione dal motore a scoppio all’elettrico ha richiesto figure nuove rispetto a prima”, dice Paparo. La difficoltà a reperire personale è, osserva Cardoni, “un tema più ampio che non riguarda solo le Pmi, ma che certamente nelle Pmi è più critico. Abbiamo un mercato del lavoro ancora molto lacunoso, un problema di skill mismatch tra offerta e domanda acutizzato dalla scarsità dell’offerta di profili Stem rispetto a una domanda delle aziende che spinge particolarmente sul digitale. Il sistema educativo va reindirizzato e orientato maggiormente verso le opportunità che offre il mercato”.

L’AZIENDA, UN AMBIENTE DI LAVORO POSITIVO E FLESSIBILE – “C’è l’esigenza, soprattutto per i più giovani e particolarmente difficoltosa per le Pmi – prosegue il direttore di Federmanager – di una promozione attiva dell’azienda come ambiente di lavoro positivo e flessibile, ricco di opportunità di crescita professionale, migliorando al contempo le condizioni contrattuali, retributive del personale e investendo su politiche di welfare aziendale che rendano l’azienda più attrattiva e competitiva sul mercato del lavoro. Parallelamente vanno promossi percorsi di formazione continua e riqualificazione del personale in forza (up-skilling e re-skilling) in particolare sulla sfera del digitale, anche per le figure con maggiore anzianità. La competizione da questo punto di vista è ormai globale e i nostri giovani sempre più spesso guardano oltreconfine. Una curva demografica preoccupante continuerà ad aggravare questo trend negativo. Si somma a quanto detto la ben nota complessità normativa e burocratica del mercato del lavoro italiano che rende il processo di assunzione e gestione del personale più oneroso e complicato, in particolare per le Pmi che hanno strutture amministrative ridotte. È un percorso arduo che passa attraverso un investimento importante sulle competenze, a partire da quelle manageriali, e un cambiamento culturale dell’imprenditore orientato al c.d. Management Generativo, inteso come mentalità in grado di esprimere idee e progetti realmente innovativi e AI friendly“.

La collaborazione tra Confapi Industria e Federmanager ha generato un Contratto collettivo nazionale del lavoro “unico nel genere, che disciplina tre figure manageriali – spiega Mario Cardoni – il classico dirigente, che ha una diffusione contenuta in termini numerici in queste realtà quasi sempre a carattere familiare e con bilanci che fanno fatica a sostenerne il costo; il quadro superiore, una figura di nuova introduzione che ne riconosce lo status manageriale con costi più sostenibili; infine, per le più piccole, la figura del professional, un ruolo di carattere consulenziale. In sostanza un abito su misura per la diversa necessità”. “Attraverso la nostra bilateralità – spiega – abbiamo costruito una serie di strumenti di welfare che tutelano il manager come persona sul piano dell’assistenza sanitaria e della previdenza complementare, oltre a una serie di coperture di carattere assicurativo, cui si sono aggiunti nel tempo gli strumenti utili sul piano professionale: formazione e politiche attive. I nostri obiettivi prioritari sono quello di rendere ancora più efficace l’attività dei nostri enti e di promuovere in modo più diffuso la figura del quadro superiore che riteniamo possa essere di maggiore attrattività”.

IMPRESE E AI – “L’intelligenza artificiale, per meglio definire computazionale – rileva Mario Cardoni – ci porta nella fase matura della digitalizzazione, un passaggio ineludibile e destinato a cambiare in profondità il nostro modo di vivere. Si fonda su dati, algoritmi, hardware di elevata capacità e potenza di calcolo ed è, fondamentalmente, una nuova forma di mediazione tra l’essere umano e la realtà in grado di catturare e mettere a lavoro energia cognitiva disponibile nelle società avanzate. Dove ci porterà è presto dirlo ma sarebbe profondamente sbagliato cercare di evitarla; è invece necessario che diventi la migliore alleata dell’intelligenza umana”.

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Secondo i dati Istat 2024, ricordati dal direttore di Federmanager, in Italia le aziende con almeno dieci dipendenti che hanno introdotto una applicazione di AI sono ancora l’8%, quelle che ne hanno adottato più di una scendono al 5%. Ciò vuol dire che ancora l’intelligenza artificiale non ha ancora un effetto tangibile. L’introduzione di tecnologie innovative, compresa l’AI, non è così agevole perché prevede tre fasi: la prima è l’adozione della tecnologia, poi l’implementazione nei processi produttivi e infine la valutazione dei risultati. È evidente che le grandi imprese sono organizzate per acquisire applicazioni innovative mentre nella maggioranza delle Pmi, che rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo, mancano strumenti e competenze tipicamente manageriali. La priorità è quella di creare le condizioni culturali ed economiche per agevolare e incentivare adeguatamente l’inserimento di queste figure professionali”.

RISORSE UMANE: PRIORITÀ E PROSPETTIVE FUTURE – “Abbiamo scelto di dedicare la nostra assemblea a questo tema – sottolinea il direttore di Confapi Industria Piacenza Andrea Paparo – perché è la questione più rilevante che ci viene posta quotidianamente dai nostri imprenditori: trovare persone, trattenerle e valorizzarle è diventata la prima vera sfida della competitività. Non è più solo un tema di produttività, ma di identità aziendale e coesione sociale”. “Per noi l’assemblea è sempre un momento importante – sottolinea il presidente di Confapi Industria Piacenza Giangiacomo Ponginibbi – e lo è perché ci offre l’opportunità di confrontarci: da sempre l’obiettivo non è solo quello celebrativo, ma semmai quello di dare voce alle esigenze reali delle nostre imprese, metterci a confronto come del resto facciamo anche grazie alle numerose iniziative portate avanti durante l’anno”.

IL PROGRAMMA – Dopo l’intervento del presidente Ponginibbi, è prevista una tavola rotonda coordinata dal giornalista Michele Rancati sul tema “Risorse umane: priorità e prospettive future”. Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, aprirà il confronto con un intervento dedicato alle leve offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il rafforzamento del capitale umano, soprattutto nei territori produttivi come l’Emilia-Romagna. Giovanni Paglia, assessore al Lavoro della Regione Emilia-Romagna, porterà il punto di vista dell’amministrazione regionale in materia di politiche attive, servizi per l’impiego e misure di sostegno a imprese e lavoratori nei momenti di transizione. Tiziano Treu, professore emerito di diritto del lavoro all’Università Cattolica di Milano, già ministro del Lavoro e presidente del Cnel, rifletterà sulla necessità di aggiornare il quadro normativo, tutelando i diritti ma anche promuovendo la dinamicità del mercato. Maurizio Sacconi, già ministro del Lavoro e oggi presidente dell’Associazione Amici di Marco Biagi, offrirà un punto di vista esperto e pragmatico sulle politiche da mettere in campo per garantire competitività, inclusione e sostenibilità nel lavoro. Dal versante manageriale interverrà Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager, che proporrà una riflessione sui bisogni formativi e di aggiornamento delle figure apicali nelle aziende. Infine Davide Bollati, presidente del Gruppo Davines, impresa parmense riconosciuta a livello internazionale per l’approccio sostenibile e innovativo nel settore della cosmetica, porterà la testimonianza concreta di un’azienda che ha fatto della cultura d’impresa e del benessere dei collaboratori un pilastro competitivo. In chiusura, il consueto momento dedicato alla premiazione di undici aziende associate, simbolo di impegno, crescita e radicamento nel territorio.





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